Marco Filippa dialoga con Robert Gligorov |
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Alcuni anni fa tenni un corso di Storia dell’arte moderna e contemporanea, era aperto a tutti e questo fu il bello perché le persone erano veramente interessate, appassionate. Chiusi il corso con l’immagine di un tuo lavoro del 1997, una pistola puntata nella bocca di un teschio che indossava occhiali. Mi sembrava un modo perfetto per aprire il discorso sul presente, sul futuro. Un’immagine-paradigma come tutti i tuoi lavori. Ricordo che classificai il tuo lavoro con la formula “nuove realtà” e inclusi il lavoro di Maurizio Cattelan, Nan Goldin, Jeff Koons e altri. Ricercando oggi tra i tuoi lavori ho scoperto che esiste una versione precedente, ma è
un cazzo che punta nella bocca del teschio. Robert ho scelto di aprire così il discorso, a te la parola.(M.Filippa) |
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Il cantante nella sua carriera professionale ricanta la sua canzone per migliaia di volte nella sua carriera ai concerti live .. credo che si finisca per detestare certe canzoni .. anche se di enorme successo. Io ho sempre pensato "poverini" .. e' come ripetere una parola per tante volte , in continuazione ..ebbene , il significato della stessa sembrerebbe perdere il suo senso primario. Così' quando si sente parlare una persona ben armata di cultura si sentono parole sofisticate non di uso comune ..questa nostra ignoranza nel capire il significato senza conoscere il termine ci proietta a dare un valore al relatore e il mistero del termine , della parola ci mette in moto l'immaginazione e probabilmente gli diamo una valenza superiore di contenuto. Questo mi succedeva anche quando non parlavo ancora l'inglese .. ascoltando le canzoni in inglese (Bob Dylan , Leonard Coehn … ) non ne capivo il significato , pero' a sentire dagli intenditori erano geniali .. e come potevo contraddirli ? .. quindi mi immaginavo significati incredibili , come se fossero persone più' illuminate .. anche i film in inglese .. sembrava che i contenuti fossero più' elevati , invece con gli anni , prendendosi la briga di imparare , le lingue e il significato dei vocaboli e traducendo i testi .. mi sono reso conto che le canzoni in italiano o i film in italiano non avevano nessun significato minore rispetto a loro , anzi gli album di De Andre' , De Gregori erano del tutto competitivi. Questo per dire che anche nell'arte capita una cosa simile , l'arte e' fatta per immagini e non con la parola . Molti artisti contemporanei hanno gioco facile perché' lavorano proprio sull'ignoranza dell'utente , il quale , come succedeva a me con le canzoni in inglese , attribuisce un plus valore all'opera che molto probabilmente non ha. Un esempio; se a un opera d'arte contemporanea fosse fatta l'autopsia da scienziati tuttologi e non da critici di parte , avendo anche de mezzi tecnologici che calcolano tutte le probabilità' che ne determina la provenienza originale di quell'opera , probabilmente l'80% delle opere celebrate o storicizzate dovrebbe sparire dalla circolazione. Non c'e cosa peggiore nell'arte che rifare concetti triti e ritriti o atteggiamenti camuffati da originali. Si , sono dell'idea che in verità' il progresso umano non inventa nulla di originale , ma tutto viene rimpacchettato .. la sostanza rimane .. Scusa mi sono dilungato .. tornando alla tua domanda devo dirti che ho sempre pensato all'aspetto anche commerciale del mio lavoro . E' inutile sempre nascondere questo punto , come se la commercializzazione delle opere per gli artisti fosse causale .. ma come si sa il successo di un arista e' un vera e propria strategia nel mercato .. io la proporrei anche come studio alla Bocconi , ogni passo sbagliato può costarti la carriera (e non e' una battuta). Vendersi e' una vera e propria arte come sostiene qualcuno il quadro e' finito quando e' venduto. Io nelle mie opere uso soggetti, oggetti , materiale che mi attraggono , senza censure . Questo ovviamente mi comporta a pagarne il prezzo . La difficoltà' a vendere il mio lavoro per il contenuto shock o per una certa critica che mi può' trovare troppo autoreferenziale .. ma la mia non e' una posa , credo di essere proprio me stesso nella scelta delle mie immagini. Quindi il lavoro XXXRay (quello con il cazzo in bocca ) e' l'idea originale , mentre l'esecuzione B e' quello con la pistola in bocca.. più' sedativo e anche più' commerciale. Nel lontano 1997 quest'opera e' stata molto contestata quando la esposi per la prima volta in Belgio (Bruxelles da Aeroplastics) . Ma tornando al discorso dell'ignoranza dell'utente ti faccio un esempio che puoi verificare anche da solo in rete ; un mio collega Vim Delvoye (Belga ) realizzo' lo stesso concetto nel 2001 (sex rays - blow1 !) e so per roumours di corridoio che ne vendette a livello industriale. Ora nell'arte non vi e' un copyright come nella musica, e' impossibile pretendere la paternità' .. i lavori come quelli di Richard Prince che prende quadri di De Kooning , fotografie da libri di reportage e non solo, artisti come Cattelan , che rimpacchettano immagini pubblicitarie ed arte già' stranote, Warhol che prende le margherite da una rivista e se ne appropria … e tantissimi altri esempi .. Molti sono in causa perché' il produttore dello scatto originale ne vorrebbe ricevere i profitti… ricordo di una causa persa da Warhol per un piscina presa da un quotidiano .. dovette dare l'opera ed anche una certa somma all'autore originale .. Sai le xray nell'arte sono state usate anche prima di me . Ma la trasparenza di un organismo come certi pesci che vivono negli abissi totalmente trasparenti mi interessava e quindi i raggi X - avendo trovato un dottore disposto a farmi usare la macchina mi sembravano un opportunità' per quell'idea. Il teschio e' un simbolo di morte e l'arma sia il fallo che la pistola possono generare sia la vita , sia la morte . Un arma può' darti la libertà' , può' toglierti la parola o può' ucciderti . Un fallo e' speculare all'idea. A te la palla (Robert Gligorov) |
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Bene, Robert. Mi sembra una bella partita a ping-pong, pero’ vista alla moviola, con un’esatta percezione di quello che sta accadendo. Non per lusingarti ma condivido totalmente le cose che affermi. La fortuna dell’arte contemporanea, spesso risiede nell’ignoranza del pubblico e nella proliferazione di una miriade di “artisti”(qualcuno avrà fatto un conto di quanti sono gli “artisti” oggi?); dovremmo aprire un discorso sulla civiltà delle immagini e sull’assenza di un’educazione autentica in merito. In mancanza dei tuttologi un serio esercizio critico (lungi da me il definirmi “critico”, non per modestia sia chiaro, ma perché l’interesse per l’arte nasce da una passione contingente alla mia stessa vita) è comunque limitato e vive confinato, questo si, nell’autoreferenzialità … in qualche modo il mondo dell’arte contemporanea risente di nevrosi particolari. Condivido anche la necessità di una commercializzazione del proprio lavoro. Ricordo Laurie Anderson, che peraltro stimo moltissimo, che in un intervista parlava dell’invidia per l’artista che vive nella sua soffitta avulso dal mondo. Un residuo romantico che volutamente ignora le contingenze della vita. Un lavoro per essere fatto ha dei costi e il riuscire a venderlo è parte integrante del lavoro. Nulla da dire sulla tua potenziale autoreferenzialità: ci sono i tuoi lavori che parlano per te e con lucida coerenza scorrono le tue immagini come frammenti dello stesso discorso. Monumental valley, Blood rain, Piazza del Duomo… per citare alcune opere, nascono da un humus comune, da una visione spiazzante, sono evoluzioni del ready-made duchampiano per molti versi ma sono anche decisamente lontane da quella logica e hanno sempre la forza della magia dell’immagine, la stessa del primitivo che tracciava i suoi segni nelle caverne solo che lo spazio è un altro (pensavo di essere capace di essere sintetico, devo ricredermi).(M.Filippa) | |
Sai, a volte per giustificare una propria posizione si guardano le cose dall'alto e come un paranoico si traggono conclusioni sul conto dell'operato di altri , questo ha fatto così' , questo ha copiato cosa' , questo e' protetto da questa lobby.. questo mi copia .. e in realtà' forse si passa troppo tempo a cercare di collocarsi o di essere accettati . Un artista , ma questo vale anche per tanti altri campi , può' si cercare il consenso e quindi la fama , ma bisogna anche essere educati o istruiti a conviverci nel caso dovesse accadere l'incidente di diventare celebri .. bisogna vedere se tanta progettualità' sulla propria carriera e' solo sete di successo o un modo per sbarcare il lunario oppure niente.. si e' solo predestinati. Si certo, le persone intorno a te hanno molte aspettative dai primi segnali di successo o consenso , il gallerista spera che il suo investimento cominci a rientrare , tua moglie che magari ha lasciato il lavoro per seguire la tua carriera e finalmente si può' parlare di contabilità', tua mamma che non ha mai approvato la scelta di essere artista e tuo padre che troppo distratto non e' realmente coinvolto di fatto .. e poi gli amici da bar ..che ad un certo punto si vantano e sono orgogliosi di conoscere un artista vero , uno che entrerà' nella storia dell'arte ..Ecco , tutte queste cose sono una pressione sul tuo lavoro d'arte ..come diceva Jackson Pollock di Picasso .. "A Quello in Europa sembra che gli riesca sempre tutto". Ci sono artisti contemporanei giovani all'anagrafe a cui tutto sembra facile .. come da una scaletta prestabilita. Ogni scelta di mostra , ogni mossa e' strategica.. tutto sembra persino irreale , un sogno che diventa realtà' ..impossibile rimanere indifferenti assistendo a tali escalations, puoi sentirti inadeguato ..ma come ti dicevo nella mia prima risposta , se si va realmente ad indagare ad ogni singolo punto del cosiddetto sistema dell'arte ti rendi conto della precarietà' , dell'improvvisazione generalizzata . E' un po' come una partita a poker ..anche con un punto basso puoi portare via il piatto , quello che e' molto importante e' il confronto, ma attenzione, non il confronto tra due relatori civili, ma un antagonismo di fondo basato su concetti e idee agli antipodi . Questo crea vivacità', un forte antagonismo crea movimento e interesse, una supremazia sul sistema dell'arte crea una dittatura ..e non e' una battuta . Lo si vede nelle scelte dei direttori di musei . Per esempio gente diventata Direttore senza aver avuto un iter graduale e di certa esperienza , ma fino al giorno prima si proponeva di fare da assistente a qualche critico di fama. E appena preso in mano il timone le loro scelte - perché' acca' niscuno e' fess - sono subito condizionate dalla dittatura cui ti accennavo prima .. per entrare a fare parte del sistema .. questo e' puro totalitarismo Adoro l'arte povera , trovo aberrante la transavanguardia ..un assestamento tellurico del nostro bel paese artistico. Molti artisti contemporanei anche Italiani li trovo eccezionali, solo che godono di una certa protezione che li rende poi deboli ai miei occhi. Vedi le decisioni del ministro Bondi e la dimostrazione di una dittatura, lo stesso ministro ha dichiarato di non capire nulla di arte contemporanea e sempre parole sue .."molti che l'apprezzano non la capiscono".. il resto viene di conseguenza. Le sue scelte, di fatto faranno molto discutere, a vuoto, si parlerà' dell'ovvio .. pero' non tutto il male viene per nuocere. Perché' se nel paese c'e il bene incarnato dai poveristi e il male incarnato dai pittori figurativisti ebbene , che guerra sia .. che vinca il migliore, il giorno del Armageddon dell'arte in Italia si sta avvicinando. Certo, c'e un onda nel mondo che trasporta un atteggiamento, non credo che l'Italia, senza offendere nessuno e' un po' come il terzo mondo dell'arte contemporanea , possa incidere molto sul sistema globale, pero' noi stiamo qua, e quindi e' inevitabile parlare di certe cose. Forse bisogna anche imparare a dire di no, se si e' chiamati a rappresentare il proprio paese alla Biennale se i presupposti non sono in linea con le proprie idee . Tipo Gino De Dominicis fece la felice battuta "le opere non avevano voglia di andare in Biennale" in polemica con il curatore dell'epoca .. ma l'epoca delle ideologie e' un quadretto sul muro del nostro passato. Oggi si e' molto più' opportunisti e sempre tornando sul discorso dei tuoi sostenitori ..perche' deluderli ? Oggi il valore artistico si basa sui risultati, sull'economia che produce un opera .. allora si può' parlare di Artisti (non e' un mio pensiero!) ..uno status da esibire, da possedere - L'opera e' bella in quanto ha valore e la bellezza va di conseguenza. Si, diciamo che molti lanciano l'esca (l'opera d'arte) in un lancio ingenuo e genuino nell'attesa che qualcuno abbocchi, ma l'ascesa dell'artista e dell'opera sono una strategia da formula matematica .. non per questo l'artista non e' valido .. ma alla fine se ci fai caso e' una questione di potere economico .. la fiera più' cara, l'opera più' cara, il collezionista più' ricco … esempio il teschio di Damien Hirst .. come può' Bolla con il suo teschio di Svarowsky competere con il teschio di diamanti ?… come puoi competere con un video del costo di oltre 5mln di $ di Matthew Barney con un video realizzato con una videocamera panasonic da 300Euro? Come puoi competere con un Gallerista che può' acquistare un Cuore di Jeff Koons in asta per 25mln di $ ..tra l'altro un suo artista solo per difenderne il valore ? Come puoi competere con Uno che acquista una casa d'aste (Christie's) e mette in asta le proprie opere di proprietà' e le fa salire a cifre esorbitanti ? … vorrei continuare... ma la mia bambina ha fame e devo andare … ciao a presto ! (Robert Gligorov) |
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Hai messo sul tavolo molti problemi, tutti interessantissimi. Il sistema dell’arte, l’opportunismo contemporaneo, il poeta-Ministro Bondi e il suo populismo … Armageddon ? Anni fa Giulio Carlo Argan teorizzava la morte dell’arte ovvero la crisi irreversibile del sistema delle tecniche tradizionali nella società industriale e capitalistica. L’arte o meglio, tutto quello che continuiamo a chiamare così, è tutt’altro che morta; il numero degli “artisti” è incredibile e non credo che si sia avverata l’idea di Beuys ma l’esatto contrario per molti versi; se tutti gli esseri umani fossero diventati artisti in realtà non ci sarebbe più bisogno dell’arte perché il modus vivendi di tutti non richiederebbe più “visioni speciali”. Visionarietà a parte per molti versi sono felice di non vivere più in un mondo disseminato di ideologie, peccato che rischi però di essere un mondo in cui non circolino invece liberamente le idee. Lo scontro di civiltà propagandato a dismisura non riguarda le persone ma le elite fondamentaliste che hanno tutto l’interesse a rendere impossibile il dialogo. L’omaggio all’artista iraniana Delara Darabi, giustiziata dal regime di
Ahmadimejad, è anche un emblema di questa volontà di dialogo a cui spesso la politica rinuncia per arroccarsi su fondamentalismi diversi invece di svolgere il suo autentico ruolo e cioè governare la polis che è da tempo mondiale. Ti chiedo un’ultima riflessione prima di concludere questa nostra conversazione magari per poi riprenderla in futuro. Grazie Robert.(M.Filippa) |
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Marco Filippa meets Robert Gligorov Some years ago I held a course in contemporary and modern art history, it was open to everyone, and this was a good thing, because people were really interested and passionate. I closed the course with a picture of one of your works dated 1997, a gun pointed in the mouth of a skull wearing eye-glasses. It seemed to me a perfect way to open the discourse about present, about future. A paradigm-image, like all of your works. I remember that I classified your work under the formula “new realities” and I included the work by Maurizio Cattelan, Nan Goldin, Jeff Koons and others. Searching now among your works I discover that there is a previous version, but here there is a dick pointing to the skull’s mouth. Robert, I choose to open the conversation in this way, I let speak you now. (M. Filippa) A singer, in his professional career, re-sings his song a thousand times in live concerts… I think that at a certain point he turns to hate some songs, even if they are great hits. I have always thought “poor them”… it is like repeating a word many times, again and again… well, its very meaning begins to lose its primary sense. So, when you hear talking a person well armed with culture, you hear sophisticated, uncommon words… our failure to understand the meaning without knowing the word induce us to give value to the speaker and the mystery of the term, of the word, moves our imagination and perhaps we give to the content itself a superior value. This happened to me when I didn’t speak English yet… listening to songs in English (Bob Dylan, Leonard Cohen…) I didn’t understand the meaning, but according to experts they were geniuses… how could I contradict them? So I started to imagine incredible meanings, as if they were the most lightened persons… the films in English too… it seemed that their contents were more elevate, but then with the years, taking up the trouble to learn the languages and the meanings of the words and translating the texts I understood that the songs in Italian or films in Italian had no inferior meanings compared to the foreign ones, on the contrary, the albums by De Andrè, De Gregori were completely competitive. This is to say that in the art field something similar happens, art is made of images, not with words. Many contemporary artists play it easy because they are confident in the public’s ignorance, who, like I did with songs in English, attributes a plus value to the art work, that probably does not exist. An example; if a contemporary work of art was dissected by know-all scientists and not by partisan critics, giving also a technological support calculating all probabilities determining the original genesis of that work, probably a good 80% of celebrated or historicized works should disappear from circulation. There is no worst thing in art than re-make worn out concepts or attitudes, camouflaged as original. Yes, I think that human progress really does not invent anything original, but everything is re-packed… the substance remains… Sorry, I’m dwelling too much… coming back to your question I must say that I have always kept in mind the commercial side of my work as well. It is useless to hide this matter, as if the commercialization of an artist’s work was a casual fact… we all know that an artist’s success is a true marketing strategy… I would propose it as a study matter at Bocconi University, every false step can destroy your career (and I’m not joking). Selling one’s own self is a true form of art and, as someone says, a painting is finished when it is sold. In my work I use subjects, objects, materials that attract me, without censures. This obviously makes me pay a price. The difficulties to sell one of my works for its shocking subject or for some critics thinking I am too much self-referential… but I’m not posing, I think I am completely myself in the choice of my images. So, the work XXXRay (the one with the dick in mouth) is the original idea, while the B version is the one with the gun in the mouth… more sedative and more commercial too. Back in 1997 this work was very criticized when I first exhibited it in Belgium (Bruxelles at Aeroplastics). But coming back to the ignorance of the public, I give you an example you can verify yourself easily on the web; a collegue of mine Vim Delvoye (from Belgium) created the same concept in 2001 (sex rays – blow1) and it seems that he sold it on a large scale. Well, I have no copyright in my art as one may have with music, so it is impossible to claim the authorship of the work… works like Richard Prince’s, who takes pictures from De Kooning, photographs from reportage books and not only that, artists such as Cattelan, who re-packages already famous ad images and art, Warhol, who takes daisies from a review and steals them… and many, many other examples… Some of them have lawsuits pending because the author of the shot would like to receive the profits from the use of it… I remember a case lost by Wahrol for a swimming-pool taken from a newspaper… He had to give up his work and even a certain amount of money to the original author… You know, xray has been used in art before I did. But I was attracted by the transparency of an organism, like certain fishes living in the deep of seas, and having found a doctor willing lo let me use the xray machine, I though it was a good opportunity to pursue the idea. The skull is a symbol of death and the weapon, both the gun and the phallus can generate both life and death. A weapon can give you liberty, can take the word out of you mouth or kill you. A phallus is symmetric to the idea. It’s up to you now. (R. Gligorov) Well, Robert. It seems like we are playing a good ping-pong match, but seen through an editing machine, with the exact perception of what is happening. I don’t want to flatter you, but I agree totally with what you say. The fortune of contemporary art resides often in public’s ignorance and in the proliferation of a myriad of “artists” (has anyone counted how may “artists” we have nowadays?); We should open the discourse to the civilization of images and about the absence of genuine education about it. Lacking the know-alls, a serious critical exercise (far from me the definition of “critic”, not out of modesty, I swear, but because the interest in art springs from a passion which is contingent to my life itself) is anyway limited and lives confined in self-referential aspect… in some way the world of contemporary art is suffering from particular neurosis. I agree also with the necessity to commercialize one’s work. I remember Laurie Anderson, and by the way I estimate her very much, saying in an interview how she envied the artists living in a loft, far from the world. A romantic residue which willingly ignores life contingencies. Creating an art work has its costs, and selling it is integral part of the work itself. No discussion about your potential self-referenciality: your works are talking about you and with lucid coherence your images are sliding like fragments of the same discourse. Monument Valley, Blood Rain, Piazza del Duomo… just to quote some works, origin from a common humus, from a disorienting vision, they are in some ways evolutions of Duchamp’s ready-made but they are also far from that logic and have always the force of the magic of an image, the same force we find in the primitive man who scratched his signs in caverns with the only difference that the space now is another one (I thought I had the capacity of being synthetic, but I have to change my mind) (M. Filippa) You know, sometimes in order to justify our own position we look at things from above and, like paranoiacs we judge other people’s doings, this has done so, that one has copied that, this one is protected by a lobby… this one is copying me… and in fact we loose too much time trying to find our place or being accepted. An artist, but this happens in many other fields, may of course search for approval and fame, but one has to be educated or instructed to live with it, should happen the accident of becoming famous… we must see if so much ability to plan a career is just greed for success or if it is a way to scrape through or nothing… one is just predestined. Yes, of course, people around you have many expectations at the first signals of success or approval: the gallery director hopes that his investment is going to bring him back profits, your wife, that maybe has left her work to follow your career, now is thinking it’s time to talk about accounting, your mama, who has never approved your choice of being an artist, and your father who is too much absent-minded and is not much involved in it all… and then your friends at the bar… at a certain point they boast and are proud of being friends of a true artist, one who is going to enter art history… So, all those things become a pressing over your art work… as Jackson Pollock said about Picasso “It seems that that fellow in Europe is able to succeed in everything”. There are contemporary artist that are very young of age and everything goes smooth to them, like it was a predefined plan. Every exhibition choice, every step is strategic… everything seems unreal, a dream coming true… it is impossible to remain indifferent assisting to such escalations, you can feel inadequate, but, as I told you in may first answer, if you really investigate every single point of the so called art system, you perceive the precariousness, the generalized improvisation. It’s a like a poker match… even with a low point you can win, what is most important is the dialogue, but attention, not the dialogue between two civil speakers, but a background antagonism based upon divergent opinion and ideas. This creates liveliness, a strong antagonism creates movement and interest, a supremacy upon art system creates a dictatorship… and this is not a joke. You see it in how museum directors are chosen. For example those persons that become directors without a gradual course and a certain experience and just few days before were proposing themselves as assistants to some famous critics. And just when they become master of their choice (no one is stupid here), they are immediately conditioned by the dictatorship I was talking about before…just to become part of the system… this is pure totalitarianism. I adore minimal art, Arte Povera, I find Transavanguardia aberrant… a telluric settlement in our beautiful art country. I find many contemporary artists exceptional, Italians too, the problem is that they benefit of some protection and that makes them weak to my eyes. Take minister Bondi’s decisions and the demonstration of dictatorship, the minister himself declared he didn’t understand contemporary art, and, I’m quoting him, “many among those who appreciate it, do not understand it”… the rest comes in consequence. His choices will surely make people discuss a lot, for nothing, people will discuss about what is obvious… anyway there is something positive in it all. Because, if we have in our country the good represented by minimal artist and the evil represented by figurative artists, then let it be war… and let the best win, the day of art Armageddon in Italy is coming. Yes, there is a wave in the world transporting an approach, and I don’t think that Italy, and is not my intention to offend, can count very much on the global system, it is like the third world in contemporary art, but we are here and we cannot avoid to talk about certain things. Maybe we can learn to say no, if we are called to represent our country at the Biennale exhibition and the presuppositions are not in line with our ideas. Gino De Dominicis made this witty marks “works hadn’t the will to go to the Biennale”, and he was taking on a polemic with the curator of that time… but ideologies era is a little picture on the wall of our past. Today we are more opportunist, and coming back to the supporters.. why disappoint them? Today artistic value founds upon results, the economy deriving from a work.. in this case you can talk about Artists (and it is not my opinion!) … a status to exhibit, to possess. A work is beautiful because it has a value and the beauty derives from it. Yes, we can say that some throw genuinely and ingenuously the bait (the work of art), hoping that someone bites, but the artist and the work ascent are a mathematics formula strategy… this does not mean that the artist is not valid, but in the end you do not notice it anymore, it is a matter of economic power… the more expensive fair, the more expensive work, the richest collector… an example: take the skull by Damien Hirst, how can Bolla, with his Svarowsky skull compete with a diamond skull? How can you compete with a Matthew Barney’s video which costs more than 5 million dollars, with a 300 Euro video created with a Panasonic video-camera? How can you compete with a Gallery director who can buy at an auction for 25 Million dollars one of Jeff Koons Hearts, just to defend the artist’s quotation? How can you compete with a person who buys an entire auction house (Christie’s) and sells by auction the works from his own collection and lets thus grow incredibly the price of the works? … I would like to go on… but my little daughter is hungry and I have to go… ciao, see you soon! (R. Gligorow) You have touched many problems, all of them very interesting. Art system, contemporary opportunism, the poet-Minister Bondi and his populism… Armageddon. Years ago Giulio Carlo Argan theorized the death of art, that is to say the irreversible crisis of the traditional techniques system in industrial and capitalistic society. Art, or better, all the things we continue to call art, is far from being dead; The number of “artists” is incredible and I don’t think Beuys’ idea has come true, in some sense it happened the exact contrary; If all human beings became artist, there would be no need of art, because everyone’s modus Vivendi, wouldn’t require “special visions” . Apart from visions, I am happy to live in a world no more full of ideologies, unfortunately the world risks to be a place where ideas cannot circulate freely. The enormously propagandized civility contrast does not involve persons but the fundamentalist elites, they have all the interest in keeping the dialogue impossible. The homage to Iranian artist Delara Darabi, killed by Ahmadimejad’s regime is also a symbol of this dialogue will, which is often given up by politics in order to isolate in fundamentalisms instead of playing their own authentic role, that is to say governing that polis, since a long time global. I ask you a last comment before ending this conversation and maybe taking it up again in the future. Thank you Robert. Marco Filippa traduzione di Paolo Avigo |
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