Ah sì il privato.
Eh, quello è fatto di dolcezze domestiche,
della seriale ma artigiana abilità di mettere
in composta il pomodoro e di far diventare
marmellata una zucca, oppure di tramutare
dolcissima alchimia, lo zucchero in caramello.
Mi accorgo che nelle mie opere c'è sempre
un recupero di quell'artigianalità culinaria.
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Opale-Coppale |
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Le grandi carte geografiche del 1996 erano
croccanti e traslucide come un lecca-lecca in
forma di atlante; il sobbollire di simbologie e metafore dei sette peccati capitali (1997)
è contenuto e sublimato in forme di resina calcate nel modulo della teglia di cucina;
i cuori che dialogano tra loro di clonazione emergono come tranci di bollito in gelatina.
Insisto: sono installazioni,sculture, oggetti però mi piace conservare qualche tepore pittorico,
qualche vampata materica anche negli "Anni di plexiglass", come dice Ligabue (il cantante,
non il naif).
Chiamatela emotività,
se volete; a me pare che le cose debbano, più che respirare, traspirare,
sudare, continuare a "muoversi" e a rompersi, a mutare visibilmente forma e craquelure anche
una volta compiute.
Mi piace, infatti progettare la ricetta
di un lavoro, elaborare la materia, conservarla
e cercare, a qualche distanza di tempo di
consumarla.
Caterina Luciano
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