Negli anni Venti-Trenta, vivevano
a Venezia alcune pittrici che avevano uno
"studio tutto per sè".
L'atelier di Emma Ciardi si trovava
in fondamenta Alberti e, vicinissimo al suo,
c'era quello di Lina Rosso in calle lunga
San Barnaba.
Poco più avanti, in fondamenta Rezzonico,
ecco l'atelier di Bice Lazzari dove -tra
pennelli e tavolozze- c'erano anche i
"teleri" con i quali la giovane Bice
produceva sciarpe cinture ed altri oggetti
con l'impronta dell'arte.
Verso San Trovaso aveva studio -ma
era anche scuola di pittura- Fiore Brustolin.
"Passata l'acqua",cioè attraversato
il Canal Grande, in calle dei orbi si trovava
l'atelier di Miranda Visonà, e vicinissima,
in corte dell'albero, c'era Alis Levi.
Più lontana nei pressi di San Giovanni
e Paolo, in calle delle erbe, aveva studio
Gabriella Oreffice.
Un po' appartate, ma attente a ciò che
intorno ad esse succedeva, le sette pittrici,
studiavano, lavoravano, dipingevano,
partecipavano a mostre e ci lasciavano
l'ultimo dono del figurativo.
Di loro sappiamo ancora poco,
sicuramente si conoscevano, ma si frequentavano?
A distanza di anni una cosa certa le unisce:
l'eccellenza delle loro opere pervase dalla
cultura del tempo e dalla magia del luogo
che è stato fondamentale per la loro vocazione:
Venezia.
I loro atelier non ci sono più;
ma presso parenti e collezionisti si sono
ritrovate le tele che esponiamo in questa mostra.
Si va così ad arricchire la riscoperta
di artiste del passato avviata dalla Eidos nel
'96 con la pubblicazione de
"Le tele svelate.Antologia di pittrici venete
dal Cinquecento al Novecento".
Speriamo che altri si uniscano a noi in
questa interessante ricerca.
Vittoria Surian
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