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Dall'antichità all'industria
contemporanea della moda,
dalle corti imperiali cinesi
alle odierne riviste specializzate,
il culto erotico dei piedi
in particolare femminili
si è andato accrescendo come
un fiume in piena.
Il libro di Susanna Schimperna
percorre le testimonianze degli
"amanti del piede" che le hanno
scritto nei suoi anni di esperienza
come direttrice del mensile "Blue".
Ma non è solo una raccolta di
dischiarazioni feticistiche
su piedi amati, baciati e vellicati.
Il piede è anche lo strumento di
rituali perversi e sadomasochistici,
il feticcio potente a cui si dedicano
riviste e concorsi, il simbolo
eterno di un erotismo ma anche
l'oggetto adorato di un mercato di
scarpe, calze e cosmetici di ogni
sorta, sempre più raffinato e ossessivo.
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"Scusi, posso leccarle
i piedi?"
Il primo incontro con un adoratore
dei piedi l'ho fatto nel bagno di un
cinema romano.
In tutta la sala eravamo non più di
una decina di persone, il bagno era vuoto.
Giro la monopola per bloccare la porta
e sento dei passi.
Quando la riapro, mi trovo di fronte
un ragazzo di massimo diciott'anni...
Non ha un'aria minacciosa ma,
nonostante io con i tacchi superi il
metro e ottanta, lui è parecchio
più alto di me, e un po' mi preoccupo.
Ci guardiamo dritto negli occhi per
qualche secondo, poi abbozzo un
sorriso e dico "Scusi", muovendo un
passo in avanti e cercando di scansarlo.
Di colpo mi si butta ai piedi.
Letteralmente.
Afferra con la mani le mie caviglie e
comincia a baciarmi le scarpe, anzi
gli stivaletti, che non sono neppure
tanto nuovi nè puliti.
Ricordo che mi viene in mente proprio
questo pensiero: che è una gran bella
usanza quella, che io non ho mai avuro,
di lucidare gli stivali prima di uscire;
perchè non si sa mai cosa può
succedere, bisogna essere pronti a ogni
evenienza.
Susanna Schimperna |