REMAKE 2006 | |
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"Maionese" e altro...
di Tiziana Conti Nove anni fa il Progetto Maionese destò scalpore sin dal titolo. Aver tratto spunto da Jack Kerouac, figura di riferimento assoluto per la generazione dell' "età ansiosa" assumeva un significato ben preciso. Sulla carta il progetto appariva piuttosto ambizioso, anche perché era "giocato" completamente al femminile: si proponeva in prima istanza di porre in evidenza l'intensità di una prospettiva, orbite tracciate intorno al pianeta donna, con il proposito e il desiderio intenso di cogliere le trasversalità e le obliquità del reale. I sentimenti forti della vita on the road, la volontà di cancellare le illusioni, il movimento ripetuto, lo spostamento da un luogo all'altro che è prima di tutto spostamento del sé alla ricerca di una proiezione oltre, diventa nell'arte la capacità di muoversi tra molteplici linguaggi, la ridefinibilità dei codici espressivi, il passaggio continuo e la transizione, segnati da scarti, iati, frammentarietà, l'apertura dei campi di indagine a "territori liminali". Giunto alla nona edizione il Progetto Maionese si reinventa attraverso il titolo Remake anche la struttura profonda. In ogni ri-presa è implicato il nuovo, un taglio prospettico diverso, nella consapevolezza che il passato si salda inevitabilmente al presente in un fluire continuo di esperienza, proiettato verso un futuro tutto da esplorare e da scoprire. Così il remake solo in avvio è un rifacimento: nella realtà è un pre-testo, l'occasione per un nuovo impianto narrativo dove una molteplicità di soggetti sono coinvolti a ri-pensare per ri-costruire. Il che implica un costante arricchimento del linguaggio, uno slittamento e un progredire dei significati. Dilatazioni extraterritoriali dell'arte che trovano nel vasto movimento delle coscienze degli anni '60 il magma capace di generare interrogativi sul senso dell'esistere. |
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