progetto
maionese 2007 10 ma edizione dal 15 settembre |
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Le ragazze sono asine | ||||
COLLETTIVA
delle asine di Marzia
Gallinaro + performance ASINA in S-POSA |
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premesse e considerazioni
spontanee varie |
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9
agosto 2007 mail di Mimmo La Grotteria |
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L'immediato riferimento che viene da fare leggendo il titolo "Le ragazze sono asine" è "L'asino d'oro" di Apuleio che in realtà ha un altro titolo molto più evocativo "Le Metamorfosi". |
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Alle metamorfosi, al cambiamento di ruoli, di identità, allude, forse, anche il lavoro di Marzia. Parlerò di questo lavoro stranissimo di Marzia scusandomi se aggiungo delle cose che non centrano niente. L' Apuleio che scrive le metamorfosi è un Cartesio pre-cedente l'età dei lumi, la sua curiosità (curiositas) è il dubbio con cui il filosofo svedese raccomandava di analizzare la realtà. È sinonimo del dubbio esistenziale biblico, che mette in crisi il rapporto viscerale, incestuoso che l'uomo intrattiene con la natura e la sua divinità. I rapporti non sono dati, scontati ma gli dei devono rispondere, camminare, parlare, intervenire, la realtà deve essere interpellata non subita. L'uomo può conoscere la natura, sapere quali sono le sue regole, è finita l'era della identificazione della umanità con i propri totem ricavandone i propri tabù. |
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E la donna? Nel libro di Freud in cui si ipotizza la nascita della religione I figli temono e amano il proprio padre. I figli se ne liberano uccidendolo, ma in questo modo acquisiscono il senso di colpa per cui ritualmente ne celebrano la morte nel tentativo continuo di esorcizzarla, non liberandosene mai ma perpetuandola sempre. Diventa il loro totem e il loro tabù. La curiosità di Cartesio/ Apuleio restituendo alla ragione il dominio del mondo strappa le identità negate dal loro angolo buio, i servi sono uomini, non cosa, la donna non è solo madre, moglie, sorella, oggetto inutile ma necessario, diventa soggetto del suo divenire. Assume il posto che era del totem, del padre, è anche lei libera. È amata e temuta. |
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Adesso (cfr gn 3,22) la donna è uno di noi, ha lo stesso diritto di affermarsi, di vivere, gioire, e tenere relazioni con gli altri componenti del clan in piena libertà. Nella sua libertà che a volte limita la nostra, ha assunto anche lei come noi il posto del padre, e allora fa paura come il padre. È amata come il padre. La sua sensualità è più libera di quella maschile o più evidente o meno ombrosa, la sua capacità di relazionare con gli altri, di organizzare, di pre-vedere, di rispondere, fa paura e allora come hanno ucciso il padre ecco che gli uomini del clan uccidono adesso la donna / madre / moglie / sorella / uguale. Padri, mariti, fidanzati, fratelli, amanti, uccidono di nuovo le donne in quantità. |
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Le ragazze sono asine. Ma l'asino di Apuleio guarda le vicende umane da una posizione privilegiata, quella di vittima, quasi invisibile, e se ne fa una ragione di questo essere. Come fa Giobbe di fronte alla impossibilità di Jahvè di rendersi conto dell'ingiustizia della sua onnipotenza, Lucio ragiona, usa la mente. Cosa che gli uomini che l'hanno rapito, picchiato, legato non fanno, rimanendo prigionieri per sempre della loro logica ferrea, ma rigida, che non cresce, mentre Lucio Apuleio vittima della sua curiosità, che guarda caso è sempre abbinata alla donna, la curiosità è femmina, Pandora, riesce a trasformarsi, di nuovo, continuamente, ritornando umano, seguendo il processo che è della evoluzione. Sperimentando nel buco dove è imprigionato la poesia. Attraverso la favola di psiche ed amore, il prigioniero sogna. E alla fine viene premiato dalla dea Iside, principio della trasformazione, che aiuta il fratello Osiride nella sua riconciliazione / ricostruzione / resurrezione. Una corona di rose, fiore simbolico con le spine, mangiato all'alba dall'asino/Osiride/horus ne provoca il ritorno alla figura umana. |
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L'asino, la dea, le rose, le spine, i miti che permeano la vita ne colgono i significati nascosti e li portano alla luce, dando ai concetti il valore che li evidenziano. Riflettere sulle cose che dice Marzia senza esaurirle è un lavoro di interpretazione. Le ragazze sono asine nell'arte contemporanea come Lucio è mangiatore di rose nella favola di Apuleio, entrambi cambiano, loro e noi. Anche l'asina di Baleem ha parlato la prima volta per avvertire il profeta della sua perdita futura, avvertire noi del costo da pagare perdendo la componente femminile nei meandri del ruolo.. ma questa è un'altra storia. Baci mimmo |
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