Irene Ester Leo

Irene Ester Leo

Ho sempre pensato alla rete come ad un grandissimo mosaico, un nonluogo per citare Augé, dove ogni cosa ha una personalità umana di rimando, in se' non esiste è a beneficio di chi ne fa uso, è il mezzo e non il fine. Ecco in questo contesto del mezzo inteso come servizio, mi sono immaginata viandante in movimento. Viandante e non Pellegrino. Il primo percorre strade che non sono segnate, le segna con il proprio passo, il secondo ha di già una rotta prefissata e si limita a seguirla. Le potenzialità in uno spazio virtuale privo di confini ed il suo contrario, sono innumerevoli, pertanto è inutile fissare una rotta delineata. Sono approdata a questo mondo con un vecchio modem 56K, di quelli rumorosi e coreografici. Avevo diciotto anni e gli occhi liquidi come da bambini di fronte ad una vetrina di dolciumi. Ogni cosa era sorpresa e novità, i browser pesantissimi da caricare, la linea incostante, i tempi di collegamento spesso ristretti viste le tariffe non vantaggiose. Il che voleva dire programmare, costruire un'idea, proporla in senso pratico. Il tutto secondo un sistema prestabilito ma veloce. Il mio primo esperimento? Un piccolo litblog su una piattaforma ancora dondolante, che un giorno ogni quattro perdeva colpi. Da lì i primi contatti con la letteratura della rete, esperimento che poi divenne cartaceo, una pubblicazione, un poema collettivo. Il mezzo internet mi aveva portato a conoscere persone reali, così come capita in piazza, o quando si prende il bus. Ma la cosa bella fin da subito lampante agli occhi fu che queste persone avevano con me in comune tantissimo, più di quanto avrei potuto trovare per caso, in altre occasioni. Il tutto sicuramente in maniera più rapida. Da qui l'illuminazione: la condivisione quale finalità unica per far gruppo, confrontarsi in maniera critica anche, crescere, contaminarsi, uscirne non diversi ma nuovi. E allora altra esperienza in merito, un modem veloce adsl, maggiore accessibilità e flessibilità. E persone. Gente complementare ai miei principi e al mio modo, altra invece sulla stessa lunghezza d'onda. Ogni metro pronto a insegnare e a lasciare qualcosa.
Ora accade con molta più frequenza grazie anche ai social network grandi motori di aggregazione, utili ma velocissimi, il che è rischioso, anche se poi è confortante notare che i punti saldi di ognuno di noi non vengono toccati se si rimane fedeli a se stessi e non ad un nikname. Calibrarsi non è semplice, dove ogni cosa ha un'eco deformante, e spesso diventa responsabilità scrivere, così come mostrarsi è un'arma a doppia lama, ma questa è una sfida che fa bene in fondo.
Come accennavo la scrittura quindi, la poesia che nello specifico mi riguarda, ha segnato il mio passo ed ha trovato una sua evoluzione naturale in questo grande giardino stratiforme e bizzarro e multimediale soprattutto. La poesia fatta di parole e poi voce e poi suoni ed immagini nette, la comunicazione si colora in questo senso di diverse luci, in successione cromatica. Un'evoluzione che non lascia indifferenti, per me che scrivevo da che ero bambina, sui fogli di carta però, retrocopertine, ai margini delle pagine dei libri cose che spesso rimanevano là, ferme, bellissime e ieratiche, ma private dell'occasione di specchiarsi nell'altro, nell'altra idea, in altri approcci. Ora a trent'anni, mi dico che tutto ciò è una fortuna, chè lascia cadere timori reverenziali questo modus di intenet, cancella le distanze e costituisce un quasi abbattimento della formalità. Ma mi preme ribadire che in questo passaggio di stato in stato di evoluzione in evoluzione, la crescita si è fatta personale, sempre umana e mai simulacro, sino alla messa a fuoco totale di una sorta di poetica non inscatolata ma viva, come i tralci dell'uva. 
La scrittura per come la intendo io è una morte sottile, poi rinascita, sotto la sostanza di nuova pelle. E’ violento l’input che la genera e si sbiadisce tra le parole mediate dalla luce. Nasce dall’ombra è tutta fatta di veli e punte, e di assenze. Di innumerevoli assenze senza tempo e luogo. La mancanza pregevole ed assettata che spinge il viandante di Nietzsche, appunto, per vie mai nate prima del passo che avanza. Lo stesso dettato da una conoscenza che ambisce ad un cielo più chiaro, e di contraltare ad una notte più nera. Nessuna reazione consona al viver quotidiano, ma la consapevolezza del viaggio in quanto unica salvezza possibile. E’ un incastro, è una feritoia questa volontà che alla scrittura anela, e di poesia canta. Sgraziato, sempre, umano, terreno che si sporca e si riempie il grembo di terrena compassione: certezza che per giungere alla sapienza sospesa nelle altezze degli occhi, strisciare nei reconditi anelli della materia, è necessario. Non cerca di piacere, né di catturare. Rimane sul margine del lettore, si mostra nudo questo movimento, pieno di coraggio, vuoto di armature. E si lascia spettinare le vesti dal vento, e lo fa nella rete, questo straordinario mezzo, che va ritenuto mezzo e non fenomeno ma anche sulla carta delle mie pubblicazioni. All'oggi dico che è impossibile arrestare il futuro, occorre essere parte integrante di questa eterna oscillazione, sempre ciclica, evolutiva. Mai ferma, sempre un po’ oltre. Ma occorre anche mediare: buon senso e spirito creativo sottobraccio, ecco gli ingredienti.
Irene Ester Leo


carissima Irene, la tematica è ampia eccome, ma io punto sull'esperienza personale, sul come e perchè una donna di talento, di poesia,(nel tuo caso donna artista quindi) si sia trovata a condividere la propria immagine, il proprio vissuto e le sue parole sul network, è un desiderio di uscire dalla conformità? di aprirsi a un mondo che essendo virtuale non assale e non giudica direttamente?. io da parte mia mi trovo qui perchè mi piace condividere, apprendere soprattutto da te, da altri ecc mi incanto a vedere l'immaginario altrui attraverso le opere, le rime e tutto ciò che viene introdotto in questo placido (non sempre) stomaco di facebook, inghiottito ad alta velocità ...direi. ecco vorrei avere l'esperienza tua personale il tuo pro e contro se c'è, se nella vita è uguale o trovi che è solo apparenza. spero di averti consigliato bene, ma io so che tu hai molto da dire, ed io al confronto svanisco, grazie per il tuo prezioso contributo, ciao un buongiorno sincero da elena 
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