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INAUGURAZIONE DOMENICA 2 APRILE 2017 ore 16,30 |
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Bambole d’autore, Musei Civici, dieci donne e un uomo
al servizio di un progetto dal sapore artistico e il retrogusto sociale. Al Museo Etnografico di Pinerolo la collezione di bambole dai costumi tipici delle diverse aree del territorio alpino, vedrà arricchirsi dal 2 al 30 di aprile di nuovi pezzi dagli abiti insoliti. Saranno le bambole di Caterina Bruno, Antonella Casazza, Anna Maria Colace, Loredana Galante, Rosanna Giani, Laura Govoni, Elisa Filomena, Nadia Magnabosco, Elisa Regna, Sabina Villa e Alejandro Ventura, a fare la loro comparsa sotto l’egida del Museo d’arte contemporanea En Plein Air in occasione del Progetto “Disegniamo l’Arte”. Nelle stanze dell’Etnografico le “belle senz’anima” per antonomasia sono svestite dalla loro perfezione e restituite al pubblico senza filtri, in un originale approccio artistico, in una genuina confessione di umanità. Così una bambina bionda con scarpette rosse guarda tra le stelle l’immagine di sé. Volti stilizzati bastano a presentare una multiformità di genere orientata verso i rapporti sociali. Abiti vuoti e fluttuanti tra foglie e fuoco richiamano alla violenza, ma anche a un ruolo. E dove il rosso e il nero fanno tremare, il verde dà conforto, sa di buono. Un bambolotto anni Sessanta dalla pelle tatuata lascia il posto alla verità, dietro una banale e menzognera apparenza. Visi che invitano a sentire, percepire al di là di ogni vedere, al di là di un rimmel che copre lacrime, o di un rossetto che nasconde fragilità. Esseri imperfetti che vestono simbolicamente una realtà fatta di speranze e di quotidianità. Uno status, non solo esterno, che non vuole essere ombra priva di significato, ma proiettarsi in una energica presa di coscienza di sé, dei propri desideri, a volte lasciandosi semplicemente andare alla brezza. Acquerello, fotografia, disegno: diverse tecniche, diversi modi di vedere e sperimentare, per superare l’immaginario comune e approdare in una modernità fatta di tatuaggi e cicatrici oltre lo strato epidermico, affondando fin nel substrato dell’anima. Sono bambole vestite da donne quelle che in questa mostra si mettono a nudo emergendo da occhi pensierosi e capelli in disordine. Che rompono con l’immagine di boccoli perfetti e il loro immobilismo stagnante. Contro lo stereotipo di una società che vuole individui forti e impeccabili, lasciandosi piuttosto indagare e scoprire. Spazio al significato, all’immaginazione, alla fantasia, per denunciare. Per sognare. Per vivere in un mondo in cui la donna sia teatro di meraviglia e non realtà destrutturata. Arte che non vuole essere ammirata passivamente, ma vissuta. Che assurge a messaggio, facendosi portatrice di educazione al rispetto; ove colori e forme si fanno spazio in queste opere, come nelle mutevoli sfaccettature della vita: verso l’ambiente, il prossimo, il diverso. Una chiave di lettura, quella offerta da En Plein Air e il Museo Etnografico che apre le porte alla storia di queste Valli; gli occhi ai visitatori che ne fruiranno, agli uomini e alle donne che da questa esperienza ne trarranno non solo il ricordo di una domenica al museo, ma uno spunto sul quale riflettere, una sensazione con la quale procedere nel cammino personale verso la scoperta di ciò che si è, si è stati e si vorrebbe essere, in primis interiormente. Ciascuna di noi è una bambola, lontana da uno scaffale, immersa nella vita. “En plein air”, come dentro le mura che abitiamo ogni giorno. Piccole donne crescono… Piccole, ma diversamente e immensamente grandi. Cinzia Pastore |
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9 APRILE DISEGNIAMO L’ARTE
edizione 2017 |
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