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Mostra collettiva diffusa sul tema L'ARTE DELLA BICICLETTA in occasione
dell'evento sportivo GIRO D'ITALIA ANNO 2019 giovedi 23 e 24 maggio presso l'ex Caffè Storico del Teatro Sociale in P.za Vittorio Veneto di Pinerolo |
l'associazione en plein air arte contemporanea in
collaborazione con l'associazione culturale AMO PINEROLO organizza L'arte della bicicletta
nell'ambito del progetto sarà donata alla città di
Pinerolo l'opera di Marco Da Rold da lui realizzata nell'ambito del
precedente Giro D'Italia 2016 |
Per “L’Arte della bicicletta” la collettiva di En Plein Air nei locali dismessi del Teatro Sociale Un giro al Caffè di Cinzia Pastore Sviluppa del tema della bicicletta nuovi percorsi ideali e figurativi la mostra di En Plein Air allestita nei locali dell’ex Caffè del Teatro Sociale. Se si contano in ventidue gli artisti partecipanti alla collettiva “L’Arte della bicicletta”, altrettante le pregnanti interpretazioni del tema proposto nell’ambito degli eventi legati al Giro d’Italia e indagato con tecniche, stili e supporti diversi come a rendere l’idea non di competizione agonistica, ma di viaggio reale o virtuale compiuto nell’arco intero o in un particolare momento dell’esistenza. Orientato a una “lentezza” intesa come ristoro, il motivo della bicicletta è affrontato attraverso nuove prospettive: sulle due ruote si procede riscoprendo il paesaggio, perdendosi tra i pensieri, assaporando la sensazione di un corpo che si risveglia in un’aria diversa: che libera e purifica, che rinuncia alla frenesia e alla velocità perdendosi nel benessere fisico e mentale di una pratica declinata ai più svariati ambiti. L’ecologico, quello sviluppato dalla ferrarese Laura Govoni che omaggiando Leonardo e i suoi emblematici cerchi li adatta, come ruote di una bici al concetto di mobilità sostenibile in relazione al futuro e alle nuove generazioni. Diretta nel blu, tra le nuvole di un cielo primaverile e ridente la bici “guidata” da Alice Serafino. In rosa, ma impegnato in un moto in ascesa perenne l’Uomo motore immaginato da Marcello Toma si avventura tra i complessi ingranaggi di un percorso tortuoso e stilisticamente sorprendente. Protagonista di un gioco di contrasti e vivaci cromie l’opera a tema bici di Idana Vignolo che incastrata tra le caselle di quello che pare un gioco da tavola stimola la vista a ripercorrerne le diverse tappe. Suggestiva la via tracciata ad acquerello da Caterina Bruno, che nell’orizzonte si perde tra atmosfere boschive e misteriosi fogliami mentre due ruote puntano la direzione senza mostrare chi ne occupa la sella. Un originale omaggio a Coppi, quello pensato da Angelo Barile, che raffigurando la compagna, la Dama Bianca, ricorda il campionissimo attraverso la sfera degli affetti. Un’opera di design, funzionale tanto quanto raffinata la proposta esposta da Mario Moro: una panchina ad arte intesa come luogo di sosta e di pace, in cui è possibile parcheggiare la bici. Occasione tanto mistica quanto poetica quella immaginata da Tere Grindatto che riconoscendosi per la eccelsa qualità d’esecuzione varca la soglia delle emozioni offrendo delle diverse interpretazione della tematica la più romantica, dedicata alle attenzioni ignorate, ai piccoli dettagli o incontri fortuiti che annullano il tempo e ristorano l’animo. Rosanna Giani seduce la vista con i suoi ciclisti in miniatura intenti a procedere lungo trame circolari di puro incanto olio su tela, in un viaggio verso direzioni che dividono o congiungono. Pezzi di bicicletta riassemblati, viti, bulloni, anche spille da balia a comporre nuove forme meccaniche ispirate a una fauna che sotto le sue mani assume tratti surreali, le originali creazioni di Luca Storero. Vere e proprie sculture in legno, quelle proposte da Giuseppe Bruno, in arte Mobili Storti, reinventano esemplari arborei che focalizzano l’attenzione sulle panoramiche naturali che si offrono allo sguardo in sella alle due ruote. Proiettate sulla pelle, o tatuate come ombre sul muro, fantasmagoriche tracce di vissuti trascorsi, le biciclette ritratte da Massimo Storero; un bianco e nero eloquente che narra di storie “in contrasto”. Strati di veline e un linearismo che leggero percorre i colori, come una bici in movimento tra prati e cielo costruiscono l’immagine di Marta Valls. Rispetto alla tematica di fondo, una soave sovrapposizione sensoriale rievoca, nel titolo non casuale “Il blu è come il vento in bicicletta”, la citazione tratta dal film "Rosso come il cielo" (in cui un bimbo cieco spiega ad un altro i colori). Forti contrasti e forme dal carattere geometrizzante il lavoro di Sabina Villa, concentrata sullo studio e resa delle ruote. Ferrosi, leggeri e arrovellati i fili che strutturano le istallazioni di Gerardo Rosato. Pendenti dal tetto, attraversati dalla luce, in corsa in una dimensione intimistica. A metà tra l’essere mezzo, strumento di viaggio e opera d’arte è una composizione inconsueta quella che presenta Nicola Ferrari: una pluralità materica e di effetti che alternando la lucentezza del metallo e la compostezza del legno levigato vivacizza la sua OMA ZERO B&M vivificandone la percezione. Linea d’Ombra affronta la sfida in discesa, esprimendo tutta la forza d’animo che merita l’impresa: solcando la linea d’orizzonte sui pedali, in controluce. Come pescata da un’altra epoca la foto realizzata con la tecnica del collodio umido da Sergio Bruno, vero maestro nell’infondere di suggestione immagini moderne ma dal sapore antico. In perfetto stile Pellizzari, l’artista, Luca Daniele, in arte Plz, coniuga sul caratteristico sfondo rosa del giro, intensificandone la tonalità, due emblemi della città: San Maurizio sullo sfondo, un’ideale meta da raggiungere; in primo piano una bici parcheggiata traccia un ideale punto di partenza alla volta di gallerie e scorciatoie, salite e discese fino a tagliare il proprio personale traguardo. A chiudere il cerchio della collettiva a tema Rèdha Sbaihi, Giulia Fuggetta e Marco Da Rold. La sua opera We Like Pink, votata a rendere omaggio agli eroici corridori, alla loro preparazione atletica e agli sforzi compiuti in vista dell’agognata quanto sofferta vittoria, sarà donata alla Città di Pinerolo come eterna memoria di una tappa che nel Comune ha scritto pagine memorabili. |
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