P e r M i s c e l A R T
2 settembre 2004
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In un saggio del 1977, intitolato FANTASIA, Bruno Munari definisce, sinteticamente,
la creatività come tutto ciò che prima non c'era, realizzabile in modo essenziale
e globale.
Vorrei che questa fosse la prima premessa a MiscelArt, questa ricognizione sugli
artisti operanti nel pinerolese. |
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La seconda premessa è anagrafica. Quindici giovani artisti (dai 18 ai 35 anni),
che si esprimono in ambiti creativi differenti, si misurano in una collettiva;
gli viene offerta l'opportunità di esporre all' En Plein Air, luogo per eccellenza
della ricerca avanzata ben al di là dell'ambito locale (la storia della galleria
esorbita non solo dal pinerolese per approdare anche in ambiti internazionali). |
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Premessa la creatività, come valore essenziale di riferimento, la carrellata
dei quindici ci propone l'energica necessità di operare attraverso le immagini,
... o con la parola... e, in un caso, con il cibo... e quindi, superando e
contemplando al contempo i limiti disciplinari, riconoscere ancora una volta
ciò che da tempo è acquisito nell'ambito della ricerca artistica che la forma
coincide con il suo contenuto, o forma non è e contenuto non esprimerà;
e non si tratta di opinioni ma di mera ricognizione sul campo. |
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Premesse. Equivoci.
Ci stiamo addentrando nel discorso e, disordinatamente, preleviamo gli ingredienti
per servire (con le parole) la cena e invitarvi a degustare le pietanze. |
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Il filo conduttore, il trait d'union, su cui ogni artista ha espresso il suo
esercizio di stile, è il viaggio e l'esperienza del viaggiare è stata interpretata
con un'ampia casistica cogliendo tra le infinite declinazioni quella a loro più congeniali. |
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Da dove partire? Quale ordine seguire? Anagrafico. Alfabetico. Disciplinare...
Lasciamo che le parole costruiscano il discorso, lasciamole viaggiare. |
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Merica, di Andrea Bouquet, potrebbe essere il battello ebbro da cui è sbarcata
un'umanità alla ricerca di una nuova terra; essenziale nel suo disegno precario e
giocoso è insieme metafora di drammi contemporanei e allusione all'incessante
navigare alla ricerca di energie per esistere e quindi poi per vivere. |
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LUMINAERE, Il corpo stilizzato di Enrico Bertaina, incarna, nella sua preziosa
sintesi, il viaggiatore (consapevole o inconsapevole) che attraversa il mondo;
il viaggio cui rimanda è innanzi tutto quello della vita con i suoi traguardi e
sconfitte da cui ripartire armandosi sempre di immaginazione e ragione. |
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Il mix, tecnico ed estetico, permette a Fabiana Tomasi, Fabio Balmas
e
Giuliano Sacchero di trascendere dalla razionalità per farci approdare nei
loro territori dell'immaginazione e offrirci sogni e incubi liberandoli nelle
loro grafie personali. |
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I Fabbricanti di lacrime, di Chiara
Rosino, nella loro trasparente fluidità evocano
il trascorrere del tempo, la mutazione incessante, che inevitabilmente contiene
anche il dolore proprio quello sublimato e rimosso negli abiti realizzati da
Manuela Accastello e Isabella Buffa, in quel territorio magico che è la moda,
che plasma il corpo alla ricerca di identità vaporose volutamente ignare di
ogni tragicità corazzandosi di sola immagine. |
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L'immagine che si fa penna puntuale riflettendosi nelle microstorie fumettistiche
di Sonia Sandri o nell'universo immaginistico di Ronal Mirabile attraversato da
una notevole consapevolezza pittorica.
E poi le parole scritte di Daria Capitani e Martino Laurenti, la necessità inderogabile
di affidare al testo, qualunque ne sia la forma (prosa, poesia, ...), il pensiero,
che si esercita, mediante l'alfabeto, a costruire storie rendendoci partecipi di
viaggi mentali. |
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Immagini pensate, abbozzate, tradotte in parole, nutrite di creatività e poi,
quelle apparentemente più realistiche, frutto di elaborati scatti fotografici;
il quasi solo bianco e nero di Anna Lami che indaga nelle scale di grigi le
valenze della realtà, oppure il colore pop del racconto circolare di Max Vuerich
che esplora il tema auto-riflettendolo, come in un caleidoscopio. |
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I quattordici artisti propongono un viaggio nella creatività offrendo ognuno la
sua ricetta ideale mentre il quindicesimo, il cuoco/artista Davide Moffa,
li invita alla sua Prima Cena (ovvero, come nutrire l'anima non scordando il corpo)
coinvolgendoli in un banchetto che all'ora prestabilita li trasformerà in attori
di una (s)cena e apostoli dell'opera/performance. |
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Marco Filippa |
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24 agosto 2004 |
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