Laboratorio e workshop sul linguaggio pubblicitario
proiezioni video Asina in S-POSA
Partendo dal progetto artistico dell'artista Marzia Gallinaro di Padova intendiamo proporre un
approfondimento sull'immaginario estetico giovanile che spesso si ispira a modelli effimeri propinati
dai media e dai concetti di Bello e apparenza.La condizione di disagio provoca nella vita dei soggetti
più fragili un mal di vivere che a volte tragicamente provoca comportamenti autodistruttivi.
Intendiamo pertanto, con una certa forma di provocazione e ironica trasgressione, proporre un messaggio
positivo, avvicinare i giovani utilizzando gli strumenti a cui sono più sensibili :
colori, animazione, coinvolgimento in performance, musica,gioco e percorso espositivo performativo
educativo incentrato sulla figura femminile nell'obiettivo di promuovere un confronto generazionale e sociale.
Liberamente ispirato alla commedia Sogno d'una notte di mezza estate di Shakespeare
|
Destinatari: scuole primarie e secondarie
Durata: 1 incontro di 3 ore presso la scuola o spazi epa
Obiettivi: attraverso il gioco e l'ironia sollecitare i giovani al confronto con sé stessi relazionandosi
alla società e al mondo dei mass media
Materiale utile: giornali di moda, diapositive, ritratti, vecchie bambole, matite colori pennarelli, colla ecc.
|
Percorsi:
1. gioco di società e delle maschere
proiezioni video e cenni sul lavoro dell'artista Marzia Gallinaro,
Laboratorio con i ragazzi utilizzando immagini tratte dalle pagine patinate pubblicitarie, fashion,
gossip, personaggi famosi della società attuale o del passato ..) attraverso l'utilizzo di linguaggi
che spaziano dalla pittura, scultura, mosaico alle immagini digitali..
Riproduzioni di immagini icone contemporanee (attori, veline,tronisti, sportivi modelle ecc) e loro
rielaborazione in chiave ironica nell'intento di eccentuare il lato grottesco dei personaggi stessi
attraverso l'utilizzo di colori, fotografie, carte e piccoli oggetti.
L'obiettivo è provocatorio contro la massificazione dell'individuo, passa attraverso la manipolazione
dell'icona universalmente riconosciuta come mito dell'infanzia di tutte le bambine cresciute dalla fine
degli anni Quaranta ad oggi: la Barbie.
In un divertente e critico giuoco delle parti la bestia si sostituisce alla Bella, per far comprendere
dove sia insita la vera bellezza e dove la bestialità.
Il linguaggio adottato per il workshop infatti si presta molto facilmente a giochi di accostamento con
l'universo extra-artistico della pubblicità e del costume, in cui la corporeità diviene veicolo per
trasmette ogni tipo di messaggio: trasgressione ed asessualità, mercificazione ed evanescenza, provocazione
e passività divengono messaggi contraddittori applicati alle forme corporee femminili e anche maschili.
Il trend degli ultimi venticinque anni dà i suoi frutti nella nascita di fenomeni di massa che si
confondono con mode e tendenze di ogni genere, ma che nella pratica sono figli della confusione di
significati applicati dall'estetica all'essere umano e alla sua immagine.
Il destinatario che si mira a coinvolgere, è la fascia di età compresa tra gli 11 e i 19 anni, periodo
critico in cui si prende coscienza di sé, delle proprie peculiarità, delle diversità sessuali e comportamentali
e dei modelli proposti dalla società. L'adolescenza infatti è il momento in cui l'ironia entra a far parte delle
capacità espressive della personalità, e consente un approccio all'universo ludico appena lasciato alle spalle
completamente nuovo: la bambola dai connotati sessuali dichiaratamente marcati diviene immagine mentale del sé
che si vorrebbe essere, nel caso della Barbie modello da imitare e da raggiungere, non a livello comportamentale,
ma a livello estetico. Il confronto con una realtà umana, non fatta di bambole dalle forme illusionisticamente
perfette, ma di persone dall'essenza effettivamente perfetta è il percorso che si vuole intraprendere insieme ai
giovani studenti delle scuole medie inferiori e superiori: scopo principale è far comprendere che la società delle
immagini di cui l'uomo contemporaneo è creatore e schiavo non produce icone a cui guardare come esempio da
raggiungere, ma mostri, esteticamente inumani e irraggiungibili, Divinità, per alcuni, luoghi comuni da sfatare,
per altri. Il femminile è qui soggetto primo, a cui è fondamentale accostare anche lo sguardo maschile: scopo del
percorso con le scuole è infatti dialogare con i due universi nel momento della loro evoluzione e crescita per
trasmettere la necessità di comprendere l'altrui forma e sostanza, e di ri-conoscere l'identità e il valore di
entrambi al di là delle convenzioni estetiche proposte dalla società contemporanea.
|