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INTERVISTA CON ME STESSA
D: Come interpreto la mia arte ?
R: E’ Inganno per la mia bramosia di dispiaceri ed angosce.
D: Come la raggiungi ?
R: Cammino cammino, cammino sempre per calmare un bruciore inseparabile dell’esistenza.
Cerco il percorso più tortuoso, più rischioso che mi porta a nuove ricerche.
D: Come si comportano i miei pensieri ?
R: Cercano la calma, ma se la trovano sono insoddisfatta e cerco l’instabilità, la discontinuità,
l’irregolarità che rappresentano la trasformazione dello spirito; disordine, ordine, ancora disordine.
D: Cosa ci vuole per proseguire nel mio cammino artistico ?
R: Ci vuole duro lavoro, volontà e rinuncia per rimanere coerente alle varie sollecitazioni della vita,
accettando di subire la metamorfosi.
D: Quali sono stati i miei periodi artistici ?
R: Non esistono sempre periodi, può essere un attimo, un concentrato di pensieri che attraversa
la mia mente: vivono, si stabiliscono per brevissimo, breve o lungo termine.
Può esserci uno stato in cui i pensieri scompaiono e mi ritrovo in un universo soffice, impalpabile,
cruento, sensuale. Altre volte vengo catapultata in una dimensione in cui i miei sensi diventano
vortici e agisco con colori, segni, metalli, colle, plastica, corda, stoffa, fino a raggiungere una
calma interiore per poi ricominciare.
D: Chi sono ?
R: Possiedo un mondo interiore che cerco di non lasciarmelo rubare. Cerco di cancellare la morte
pensando di annullare me stessa prima che la morte avvenga. Tento di cancellare la mia opera con
segni ripetitivi per distruggerla, sfidando la morte spirituale, oppure cerco di cancellarla e ricominciare
un’altra esperienza.
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