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ELENA
PRIVITERA 5 Giugno 1999 Parole come canto che escono a fiume dalla mente quando all'improvviso mi ricordo che tra le mani ho un potere, il potere di dire e forse anche persuadere e persuadermi a mia volta che ciò che scrivo e penso e mi fluisce tra le mani forse è un mio inganno, un ricamo di qualche sogno o forse solo un'apparente mia convinzione. Quante volte mi stupisco di credere che le parole siano il mio doppio, il mio specchio e rappresentino quindi la mia vera ed autentica dimensione, quella più mia, così mi appare un poco questo diario di questa amica del '59..a chi scrive questa donna a me a sé a tutti noi ...Con che senso di pudore posiamo gli occhi ed i pensieri sul suo flusso di piccoli righi, ondulati, e schizzati con una biro dall'inchiostro pesante a percorrere quei foglietti trasparenti con tante tracce di invisibili pensieri.. Forse l'inganno sta in questa idea che trascrivendo le sue mansioni, i suoi sospiri di santa al traguardo, i suoi sorrisi mai dettati dal cuore, del suoi peccati tanto piccoli da sparire, forse dico e lo sento non è lei, ci ha ingannati la vera suora sta ancora sotto, tra le righe e i ghirigori, sotto i tetti all'orizzonte di un passato che non identifichiamo con precisione, lei occhieggia tra le pagine e ci invita alzando le spalle a fare con lei una riverenza al mondo dell'inganno e delle parole, scritte o dette mai veritiere? Chissà. |
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