commento di JP pagina 2 _ pagina1
Ribadisci ogni volta ogni poche righe di volere essere santa, di usare i doni di Dio, ma tu sei già un dono di Dio qui sulla terra, per il solo fatto che esisti, qui,come un fuscello d'erba come una piccola rondine, tu sei un angelo pieno di dubbi che teme di volare con lettizia.
Sibilla dice "Amo dunque sono", tu ami vuoi amare per non esserci per annullarti,com'è possibile che "i Dio" voglia questo?
Anche Flora l'amante mai sposa di Sant'Agostinoche diede pure un figlio al santo,dopo la lettura delle confessioni si scuote e ribatte con una lunga letteraquasi ironica ad ogni accenno del loro rapporto prima della conversione 
Ricorda al suo amante i momenti belli della loro passione, il figlio Deodato cheebbero dal loro amore, quanto fosse stato bello amarsi, il loro trasporto amorosoche li faceva annullare e cercarsi sempre, lì a Roma, sotto un fico ad accarezzarsi tra i capelli tra i profumi della pelle e la bellezza del loro amore .
Rimprovera Flora il "suo" Dio che non può essere il suo, perché un Dio vero ama,l'amore non può togliere l'amore, quando è bello "è santo", sacro ed allora confierezza punto dopo punto distrugge i concetti, i ricordi del Santo Vescovo che ha rifiutato i doni del suo Dio, fino a toglierle il figlio e l'amore, riducendo la loro storia a storie di solo peccato.
Tu sei una piccola anfora piena d'amore che aspetta di vivere, trabocchi di vita,vuoi essere posseduta dalla vita, pensi già di morire da Santa.. che riminescenzeallora mi vengono in mente letti di morte, odore di malattia coniugato alla santità,parole vergate nel delirio di morti giovani, quasi volute tra le mura di conventi, ..La tua furia sottintesa mi distrugge.Scrittura parole disegni piccoli arazzi piccoli punti a biro su fogli pallidi dai
bordi dorati come si conviene a chi odora o vuole odorare di santità, aureole sottiliche incorniciano le tue parole.
Ogni parola è un disegnino con svolazzi tenute malamente a freno vergati più dall'ansia e da un' ira latente che dall'intento di scrivere e adempiere un compito
E poi quelle righe anzi rigacce allungate con forza vergate a cadere nei bordi delle pagine tirate a sigillare a bloccare una frase, a freno trattenute... non c'è neanche un punto.Forse il punto in sé ti frena la mano, forse il gesto si compie troppo in fretta forse
la riga vuol continuare ma il filo, lo tranci ai bordi dell'ultima parola che piccolo mein kampf per te sorella.. piccolo fiore...
Dove sono i versi mistici di moro perché non moro? Eppure con il tuo italiano stentato mi parli di un ignoto amore per la vita, "suora giovane" ti definisci ed io qui a distanza di tanti anni vorrei rincorrerti tornare nel tempo a rapirti e portarti su pagine bianche limpide gioiose e serene dove il demonio non ti attende dai tetti in giù dove gli occhi
li puoi alzare al cielo o per terra senza temere punizioni divine
Ma tu non sei Teresa di Lisieux, tu sei semplicemente un piccolo fiore che cita e ricita le cose sentite e tu scrivi a te stessa non a un anonimo lettore qual io sono, tu scrivi alla parte di te che recalcitra e non sente ragione. Tu accanto non hai la sorella priorache ti obbliga illudendoti a scrivere nel dolore e nella sofferenza del tuo corpo come conquistarsi la santità, tu scrivi al tuo io che dorme e salvaggiamente vuole uscire.
Quanto dolore quando avverti di essere caduta così in basso, che hai fatto ? mortificarsi dunque per errori commessi? Mi richiedo : hai guardato sui tetti e poi per un attimo lo sguardo ti è caduto di striscio dai cornicioni giù giù atratta da mille pensieri alle vie che portano intorno nel mondo?
"Dov'è la morale, qual è?" si chiede spesso la regina di carte, lei forse con le paroledi Lewis Carrol saprebbe dare una risposta con matematica precisione o un nonsense con sense, ma io non la so dare, però un piccolo pensiero lo voglio dire, la mia morale si adombra in questa tappa della  vita.
E sposto l'attenzione a chiedermi qual è la morale di tutte le vite, senza senso non si vive, dai tetti in su o dai tetti in giu dobbiamo guardare ovunque partendo innanzitutto dal piccolo "punto grammaticale o non " che noi rappresentiamo da cui  parte una linea/retta dritta o a zig zag, l' esistenza di una vita è la vita di tutti, curiamo il punto e cureremo il mondo.
testo di J.P.
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