Sabine Delafon Francia

 Napoline 

Napoline, 2007 6 kg di sabbia di Napoli  

Nel gioco di specchi messo in atto col medium della fotografia la Delafon indaga se stessa e, 
attraverso il guardare e l'essere guardati, inscena microstorie contraddistinte da un forte 
senso poetico. Il suo linguaggio, spesso autoreferenziale, esplora il se' e il mondo in un cortociuito 
visivo da cui scaturiscono i segni primi della conoscenza: il noi siamo quello che vediamo, diventa un 
voler essere volendo vedere. Per questa occasione particolare l'artista ha installato un letto di sabbia 
di Napoli e la sua Napoline si nutre degli stessi ingredienti post-concettuali, affidando tutto al 
gioco elementare di questo mandala occidentale.

In the game of mirrors put in existence with the medium of the photography, Delafon inquires 
herself and, through watching and being watched, she stages micro histories with a strong 
poetic sense. Her language, often self-referential, explores the interiority and the world 
in visual short-circuits from which the main signs of the acquaintance gush: the sentence 
we are what we see become we want to be by seeing. For this particular occasion the artist 
has installed a sand bed of Naples and its Napoline is nourished from the same post-conceptual 
ingredients, entrusting all the contents to the elementary game of this western mandala.

progetto
segue Klitsa Antoniou
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