Chen Li_Cina immagini workshop

Esperienze di lavoro con bambini, ragazzi delle medie e con gli adulti.

1) 
Con le civiche biblioteche Torinesi, in particolare con la biblioteca Aurora, 
si è organizzato un corso dedicato ai bambini delle scuole elementari della Circoscrizione 7. 
I bambini erano di età variabile dai 6 ai 7 anni, al primo anno di elementari. Ho preferito 
iniziare con bimbi che conoscevano la scrittura poco, perché ho applicato un approccio tipo 
gioco, dal segno, dal disegno (in un primo incontro di un paio d'ore, eccezionale per l'età) 
alla scrittura nel secondo incontro. I risultati sono stati molto buoni: a quest'età i bimbi 
non si pongono molti problemi, hanno ancora un buon equilibrio corpo-mente. Oserei dire che 
hanno coscienza di fare bene, non sprecano inutilmente tempo a vergognarsi di non saper fare. 
Copiano gli esempi inventando un universo parallelo, che assomiglia vagamente al modello, ma 
lo arricchisce di contenuti sorprendenti per noi adulti. Le maestre e le responsabili della 
biblioteca sono state parte integrante del buon risultato dell'esperimento. 
La loro preparazione ad affrontare le esigenze dei bambini, la loro accoglienza calorosa 
hanno reso il "lavoro" un gioco interessante, dove era bello sporcarsi ancora, come all'asilo. 
La vitalità che si legge in queste piccole grandi opere ripaga di ogni fatica l'insegnante.
Infine: ritengo importante iniziare la calligrafia da piccoli per poter vedere subito che cosa 
si può fare con le proprie mani, che anche altre persone sono in grado di fare cose belle con 
strumenti e con le mani, non solo con il computer. I segni non devono essere necessariamente 
immediatamente leggibili: l'importante è che abbiano una loro coerenza, un loro ritmo, in modo 
che nel passaggio dal segno alla scrittura questa armonia sia ormai acquisita.
2) 
Relazione finale su attività svolta nella scuola media inferiore "Croce Morelli" a i
ndirizzo sperimentale, Torino (Circoscrizione 7)

Un breve excursus analizzerà il percorso umano, dalle prime forme di scrittura fino 
alla nascita degli alfabeti passando attraverso le varie forme ideografiche e parallelamente 
saranno esplorate le espressioni artistiche. 
Una breve storia della scrittura e dell'arte che si andrà ad approfondire soprattutto con 
l'analisi delle esperienze artistiche moderne e dei mezzi di comunicazione coevi. 
La scrittura, i segni come scrittura, le "scritture automatiche", la strutturalità del segno, 
la concettualizzazione dell'esperienza sensibile... e, in parallelo, la scrittura sull'arte, 
la nascita dell'Estetica e del pensiero storico-critico.
Premessa
L'esperienza in questa scuola con questi ragazzi, sia di prima, sia di terza e con gli insegnanti 
è stata un incontro molto importante. 
Primo perché ho potuto lavorare in un contesto multiculturale dove la ricchezza delle esperienze 
individuali e del bagaglio culturale di diversa provenienza è un arricchimento collettivo. 
Secondo perché lavorare con la scrittura in maniera creativa, liberatoria e con un approccio 
artistico, nel senso che è mirato all'espressione personale, è una formula che funziona. 
Funziona come momento di aggregazione. Funziona come scoperta di sé, delle proprie potenzialità. 
Si acquisisce quella sicurezza che in altre discipline è più difficile perché più teoriche. 
Perché attraverso la scrittura ci si riappropria dell'uso del corpo. Si usano le mani, e si 
scopre che sappiamo ottenere con esse e dei semplici strumenti che ci fornisce la quotidianità 
(pezzetti di legno, rametti, foglie, sassi, conchiglie) cose bellissime. Il passato torna in un 
attimo con tutta la sua forza a raccontare che i nostri padri e i nostri antenati avevano già 
scoperto la comunicazione. La pratica della calligrafia permette di comprendere meglio il passato 
e il presente. 
La forma della scrittura è collegata alla cultura di un paese, è termometro di uno stato d'animo. 
Entrare in sintonia con la scrittura e farla propria ci mette in contatto diretto con una cultura 
visivamente, non solo a livello cosciente, bensì anche a livello emotivo. A quel punto, si può 
tornare a usare la tecnologia con più padronanza, perché il nostro occhio ha visto cose nuove, 
abbiamo sentito una nuova energia che non sapevamo di avere. Finalmente capiamo che il computer 
è un mezzo potentissimo, ma solo un mezzo e siamo noi a decidere come farlo lavorare. 

Infine: 
la multiculturalità è una risorsa per combattere la ormai celebre omologazione. 
Omologazione delle mode, dei gusti, dell'arte, del pensiero: un viaggio senza muoversi da casa, 
un rimettersi in gioco quotidiano.
Operativamente
Con la terza è stato studiato un percorso a partire da segni, senza contenuto semantico, 
ottenuti con strumenti insoliti. 
Lo scopo di questo primo esercizio era la ricerca del ritmo, 
al di là del significato. 
Secondo momento di lavoro: la scrittura formale, con basi e regole storiche. 
Terzo momento: applicare il ritmo alla scrittura formale leggibile, ma non solo funzionale. 

I ragazzi sono stati molto attenti agli esercizi e dopo un primo momento di sorpresa si 
sono adeguati benissimo ai mezzi proposti e alle sfide che individualmente ho lanciato, 
producendo lavori di forte impatto visivo. La caratteristica che si nota è la freschezza 
del gesto, la forza e il desiderio di emergere che non si riesce a nascondere. 
Si è lavorato sul progetto famiglia, come naturale conclusione di un lavoro già iniziato 
durante l'anno. 
Si è chiesto agli alunni di interpretare con la forma e i gesti il significato di alcune 
parole chiave. 
Si è potuto ottenere già degli ottimi lavori grazie alla maturità della classe già preparata 
culturalmente dal grande lavoro di preparazione culturale fatto negli anni dagli insegnanti 
(fondamentale per il lavoro di interpretazione richiesto) e molto affiatata. 
Con le prime il lavoro è stato simile: partenza dal segno senza contenuto semantico, per 
scoprire il proprio ritmo personale; 
secondo incontro: portare questo ritmo in una scrittura leggibile, con regole e proporzioni 
storiche, ma non per un uso artistico, bensì quotidiano. Essendo i ragazzi più piccoli credo 
sia possibile una rieducazione della scrittura, dallo scrivere male imparato a caso nella scuola 
elementare allo scrivere per scoprire il piacere di scrivere, di raccontare se stessi. 
Poche regole semplici per una scrittura bella, leggibile con solide basi storiche: 
la cancelleresca italiana del Rinascimento. 
Il modello che ho presentato è un'interpretazione semplificata della cancelleresca cinquecentesca. 
Leggibile, moderna, personalizzabile, realizzabile con tutti gli strumenti di scrittura a 
cui siamo abituati: la biro, la stilografica, il pennarello, la matita.

Anche in questo caso i ragazzi hanno risposto bene agli esercizi proposti: 
la capacità di concentrazione e la preparazione culturale non è allo stesso livello dei 
ragazzi di terza, ma come sempre riservano gradite sorprese di creatività, forza, energia 
o bisogno di aiuto.
3) 
Lo stesso tipo di approccio applicato agli adulti, nella ricerca del segno, ha dato lo 
stesso ottimi risultati. Non è necessario avere una bella scrittura per fare calligrafia, 
occorre ricominciare, come da piccoli a scoprire noi stessi, le nostre mani, le cose che amiamo. 
Partiamo dalla nostra esperienza di vita, dal nostro bagaglio culturale e l'unico lavoro difficile 
che dobbiamo affrontare è non avere paura di sbagliare. Al resto deve pensare un buon insegnante.
Intervista a Chen Li :
     pensa che la scrittura abbia un legame importante con la lingua parlata? 
cioè che uno agisce sull'altro...
Sicuramente la scrittura e la cultura sono un tutt'uno, chi ama la parola la ama in ogni modo: 
parlata, scritta, cantata, letta, e la forma della parola è la rappresentazione di uno stato 
d'animo (attitude)
     pensa che la calligrafia attuale sia un ritorno semplice alla calligrafia 
di qualche secolo fa?
Per alcune persone il piacere della scrittura si esaurisce con lo scoprire la storia e le 
forme storiche delle lettere, per altri questo non è sufficiente e si provano a cambiare 
le regole storiche per dare alle lettere una vita nuova, attualizzarle.
     qual è la differenza tra il ruolo della calligrafia di prima e il ruolo di quella di oggi?
Una volta si doveva per forza scrivere e scrivere bene, altrimenti non esisteva comunicazione. 
Oggi grazie al computer e agli altri media, la scrittura è diventata un optional e così la 
calligrafia, ma tante persone sono sensibili alla calligrafia, anche se non è più necessaria, 
perché desiderano recuperare quella parte di umanità che tutti noi amiamo. 
La calligrafia ha una nuova funzione, comunicare l'interiorità e non solo essere funzionale. 
Trovo che sia un mezzo espressivo completo, una forma d'arte ancora in evoluzione, basata sul 
segno e la composizione e il contenuto che porta con sé.

opera ChenLi

incontri con le scuole nell'ambito del progetto 2007

brochure formato pdf

programma didattico per le scuole

I Linguaggi del Mediterraneo La parola come segno 

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