Carme Garolera
"Le temps reviens"
La propuesta que presenta Carme Garolera me ha hecho pensar en las bellísimas cartas que Hölderlin escribía a su madre 
con sus reflexiones filosóficas. ¡Cuánta belleza y cuánto amor compartir con su madre de forma sencilla la complejidad 
de sus pensamientos! Se puede aprender más de esas cartas que de sus tratados filosóficos. Pero la riqueza de la literatura epistolar 
de los siglos XVIII y XIX es ya una especie de arqueología literaria, y esta percepción de un tiempo pasado es aún más profunda si 
analizamos las transformaciones sociales y los cambios en las formas de comunicarse que han ido introduciendo el teléfono e internet. 
Y sobre este fenómeno reflexiona Carme Garolera, sobre los cambios en los canales de comunicación personal en el mundo 
contemporáneo.La obra que presenta es un trabajo a partir de tarjetas postales que ha ido recibiendo de sus amigos a lo largo de 
unos veinte años. Se trata de correspondencia de las vacaciones veraniegas: vistas de paisajes de ensueño y de ciudades tan 
idealizadas como para recorrer miles de kilómetros para vivirlas; enviar postales es un deseo de compartir esa experiencia. 
Garolera pinta encima de todas las vistas, convirtiendo las postales en el soporte de su pintura, dejando visible el texto escrito y los signos 
del viaje: el sello y el matasellos, y utiliza medios de reproducción técnica para que sea posible ver la postal por ambos lados. 
Puede que las postales recuerden el trabajo de On Kawara, pero esto sólo serviría para situar la propuesta de Carme Garolera en el 
ámbito del arte conceptual. Recordemos que las postales de Kawara respondían a una planificación de enviar postales él mismo a 
sus amigos con un registro horario de alguno de sus actos cotidianos. Nada que ver con las postales de Carme Garolera, que 
fueron enviadas por sus amigos sin ninguna pretensión de que enviar una postal pudiera ser un acto artístico. Lo artístico empieza 
con la intervención de Garolera.Hoy se escribe menos y se habla más por teléfono, aunque con la aparición del blogging 

se vuelve a la escritura, pero con clave de acceso y emisión unidireccional, sin comunicación. Exhibicionismo, seducción, soledad, 
inseguridad, fetichismo... son algunas de las interioridades del blog, punto de reflexión de Carme Garolera. Y así entramos en 
las teorías de la información, en las relaciones emisor-mensaje-receptor. Garolera, como receptor, al pintar la imagen de la postal, 
decodifica parte de la información enviada por el emisor, introduciendo una nueva significación: retomar aquella correspondencia de 
viaje y responder ahora con su pintura a estas postales que nunca se responden porque nunca hay tiempo para dejar una dirección de 
destino fijo, porque llevan en sí mismas el espíritu nómada del viaje; la artista responde así a un texto que deja a la vista, un 
texto abierto, sin claves de acceso, una forma de comunicación también cada vez más escasa.
testo Marga Perera

Carme Garolera
Ciò che propone Carme Garolera mi ha fatto pensare alle bellissime lettere che con le sue riflessioni filosofiche Hölderin 
scriveva alla madre. 
Quanta bellezza e quanto amore nel condividere in forma semplice con la madre la complessità dei suoi pensieri! 
Ma la ricchezza della letteratura epistolare dei secoli XVIII e XIX ormai è una sorta di archeologia letteraria e la percezione di 
un tempo passato è ancora più profonda se analizziamo le strasformazioni sociali e i cambiamenti nelle forme di comunicazione 
via via introdotti dal telefono e da internet. 
E su questo fenomeno riflette Carme Garolera, sui cambiamenti nei mezzi di comunicazione personali nel mondo contemporaneo.

L'opera che presenta è un lavoro sulle cartoline postali ricevute nell'arco temporale di vent'anni. Si tratta di corrispondenza riguardante 
le vacanze estive: vedute di paesaggi di sogno e di città talmente idealizzate da indurre a percorrere migliaia di chilometri per viverle; 
inviare cartoline rappresenta il desiderio di condividere questa esperienza. Garolera dipinge su tutti i paesaggi, trasformando le cartoline 
nel supporto della sua pittura, lasciando visibile il testo scritto e i segni del viaggio: il francobollo e il timbro che lo annulla, e utilizza 
mezzi di riproduzione tecnica per rendere possibile il vedere la cartolina dai due lati. 
Si può insinuare che le cartoline ricordino il lavoro 
di On Kawara, il che servirebbe unicamente a collocare la proposta di Carme Garolera nell'ambito dell'arte concettuale. 
Va ricordato che le cartoline di Kawara rispondevano a un progetto 
consistente nel mandare egli stesso cartoline ai suoi amici con la registrazione oraria di alcune delle sue azioni quotidiane. 
Niente a che vedere con le cartoline di Carme Garolera, che furono inviate dai suoi amici senza minimamente pensare che l'atto 
di inviare una cartolina potesse essere un fatto artistico. L'artistico incomincia con l'invenzione di Garolera.
Oggi si scrive meno e si parla più per telefono, sebbene con la comparsa del blogging 
si torni alla scrittura, ma con password ed 
emissione uniderezionale, ossia senza che ciò implichi una comunicazione. 
Esibizionismo, seduzione, solitudine, insicurezza, feticismo... sono alcune delle interiorità del blog, punto di riflessione di 
Carme Garolera. 
E così entriamo nelle teorie dell'informazione, nel rapporto mittentte -messaggio- destinatario. 
Garolera, quale destinatario, nel dipingere l'immagine della cartolina, decodifica parte dell'informazione inviata dal mittente, 
introducendo un nuovo significato: riallacciare quella corrispondenza di viaggio e ora, con la sua pittura, rispondere a queste 
cartoline alle quali si risponde mai perché non c'è mai il tempo di lasciare un indirizzo fisso, dal momento che esse 
stesse portano in sé lo spirito nomade del viaggio; l'artista risponde così a un testo che lascia visibile un testo aperto, 
senza chiave di accesso, una forma di comunicazione che è anche sempre più rara.
Marga Perera traduzione di Sonia Piloto Di Castri

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