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Vladimir
Rajtman Russia - Germania Le immagini fotografiche di Rajtman sembrano incontri che sfumano, relazioni che stanno per avere luogo o che devono ancor avvenire. In bilico tra due Paesi, tra due identità in transito, la Russia e la Germania, Vladimir Rajtman restituisce segni dei vissuti con i quali si confronta, tracce dei luoghi esplorati e da lui compresi, frammenti di vite altrui nel pieno dell’attività lavorativa o colti nell’umana e passiva rassegnazione della fine. Nell’ambito di “I Linguaggi del Mediterraneo – CMYK”, l’artista presenta “V avtobuse” (In autobus) e “Dedy” (Nonnetti), due momenti della quotidianità di una Russia che, nell’assenza di colore delle immagini, riportano al personale archivio di ricordi in bianco e nero che ognuno porta con sé. Sono immagini eloquenti che restituiscono tutta la speranza di una umanità apparentemente negletta nella ricerca e riappropriazione del colore, della vita nella sua voglia di affermazione, nel suo dinamismo e forza positiva. Gli scatti si chiudono spesso su dei volti che, con fierezza, assumono un sorriso di posa, visi intensi e orgogliosi di restituire tutto il loro protagonismo all’obiettivo di Rajtman. In altre immagini, invece, è l’artista a cogliere velocemente i gesti e quei precisi dettagli espressivi che delle persone fotografate sembrano confermare la loro appartenenza ad un’etnia, ad una comunità. Donne colte di schiena in pullman, uomini in un mercato d’antiquariato in pieno inverno o, più semplicemente, i saluti di due amici, sono solo alcune delle immagini di una più complessa analisi antropologica delle realtà vissute dall’artista, uno studio che non si esaurisce nel documento, ma che lavora sulla memoria, sullo stupore, sulle emozioni sospese nel loro essere in posa o catturate furtivamente. courtesy Associazione Russkij Mir di Torino e Cantiere 48 Claudio Cravero courtesy Associazione Russkij Mir Torino |
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