LIDIA
BACHIS L’artista risiede e lavora a Roma. Presenta un’opera che molto si discosta dai suoi lavori precedenti, la cui caratteristica aggressività, provocazione ed irrequietezza dei sensuali soggetti femminili , sono ora tramutate in un propositivo sentimento d’Amore. Determinando una curiosità d’attenzione a quei momenti semplici ed apparentemente banali, da carpire alla routine quotidiana affetti domestici, la Bachis, immortala sua figlia in scatti fotografici tratti da momenti semplici della vita famigliare. Tali attimi sono intesi come pregni di un significato profondo e prezioso da custodire, che contraddistingue l’irripetibilità e l’unicità quasi sacrale di ogni istante del tempo speso a vivere. |
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MARINA BURATTI |
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MIMMO
LA GROTTERIA L'artista vive e lavora a Torino. L’opera esposta è un luminoso messaggio positivo sull’esistenza umana, intento a trasmettere il suo concepire le passioni umane come fondamentale stimolo vitale e salvifico. Energie positive possedute da ciascun essere umano, in cui crescono, si amplificano e si potenziano. La vita è un lungo percorso che riflette sulla propria interiorità ponendosi l’obiettivo di migliorare costantemente, aprendosi all’altro per crescere. La Grotteria crea “storie della memoria”, emozioni e fatti che, cronologicamente, si legano l’uno all’altro per costituirsi basi di sostegno su cui edificare quella forza invisibile e trasparente da cui trarne altra ogni giorno. La piramide trasparente, data dalla pluralità dei cilindri in plexiglass, funge da involucro traslucido per la trasposizione visiva dell’album fotografico emotivo e storico del sentire dell’artista, il quale, ritrova il documento di sé, del proprio vissuto, rimirando le immagini impresse nella memoria. |
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CATERINA
LUCIANO Vive e lavora a Torino. L’opera polimaterica, dipinta con pigmenti alla caseina su tela juta, esposta nelle sedi di PATHOS, sonda in chiave simbolica il tema delle energie ancestrali della femminilità antropologica ed alchemica. L’artista realizza le forme di una Venere primitiva definendone i seni con due melagrane, frutti che incorporano in sé i propri semi, il potenziale di prosecuzione di vita. Il corpo è reso attraverso l’iconografia dell’uovo, universale simbolo di nascita e di rinascita. A circoscrivere questa immagine la figura dell’uroboro, il Re serpente. La Luciano lo propone in una cromia rosa pastello, per avvicinare il fruitore a riflettere su questa metafora della visione circolare e ciclica del tempo e dell’esistenza, l’eterno ritorno, attestante la trasformazione delle cose: la vita ingloba fisiologicamente la morte così come ogni inizio prevede in sé una fine. |
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FERNANDA
MENENDEZ Nata a Mar della Plata, Argentina, dal 1997 risiede e lavora in Italia. Artista poliedrica che ricerca e sperimenta una pluralità di materiali e di linguaggi per l’espressione della propria creatività. Si occupa di allestimenti, costumi e pupies per il teatro, crea oggetti, assemblage, sedie, lampade, presenta performance, realizza disegni e illustrazioni per l’editoria. Profondo ed appassionato il suo interesse per il linguaggio, su cui lavora come sulla materia, e lo intende come codice e per le innumerevoli possibilità offerte dalla comunicazione. Riconosce alla parola grandi opportunità, ma ne riscontra l’invalidante impossibilità di tradurre in modo esaustivo ed appagante i moti dell’animo umano, la fisicità, lo spazio e gli stessi silenzi, che, a loro volta, sono codici e segni espressivi importanti, come si evince dal video “Alina senza Reyes”, tratto dal racconto Lejana di Julio Cortazar. |
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MARTHA
NIEWENHUIJS Nata ad Amsterdam, si trasferisce a Parigi e poi in Italia, a Torino, dove risiede e lavora. Da sempre nutrita dall’Arte, presente anche nei suoi cromosomi, di questa si è interrogata sulle forme e sulle possibilità espressive. Elaborando molteplici accezioni del linguaggio artistico, ha sperimentato il tessile - Fiber Art, la scrittura, il libro d’artista, la scultura gioiello da indossare, la pittura - anche murale, l’improvvisazione e la Shared Art. Membro dell’ETN (European Textile Network) e ideatrice della Prima Biennale di Fiber Art, ha portato quest’Arte all’attenzione internazionale delle grandi sedi museali. Il dipinto “Tutti avete cantato alla luna”, creato per celebrare i versi poetici di Alda Merini, presenta la profonda peculiarità poetica che contraddistingue tutte le creazioni artistiche della Nieuwenhuijs. Il disegno e la scrittura accompagnano l’uso espressionista dei colori ad olio e acrilici, esprimendo la colta e raffinata ricerca di un’artista che parla la lingua dell’anima per un messaggio di speranza, bellezza e compassione. |
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SIMONA
PALMIERI L'artista vive e lavora a Rimini. La sua ricerca nasce da un innato kunstwollen che dal teatro l’ha portata a realizzare installazioni fotografiche, video e performance, in una vorticosa danza del proprio genio creativo, ritmata sulle note musicali di un’ancestrale urgenza alla ricerca di emozioni rivelanti il mistero caleidoscopico della vita. L’opera fotografica “4x9+4” attesta della sua “matematica dei sentimenti” e tratta il tema della maternità. Come la valenza del numero rivelatore di una sezione aurea, queste unità indicano le quattro posizioni in cui si è immortalata durante i nove mesi di gravidanza: fronte, retro, lato destro, lato sinistro + le quattro foto che la ritraggono nelle stesse posizioni, con la figlia neonata in braccio. I riferimenti al mondo infantile erano già presenti in alcune delle opere precedenti, come in “Luggage” del 2006, composta da stampe su plexiglass delle immagini fotografiche che ritraggono il nipote neonato dentro una valigia. |
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MARTA
VALENTI Lavora tra Roma e Milano, ma definisce Ventotene il paradiso della sua creazione. Dal 2006 Marta Valenti è la prima fotografa di gravidanza italiana. Si occupa professionalmente della pregnancy picture per rendere eterne le immagini delle donne in cui si sta compiendo il miracolo della vita, per documentare questo work in progress di spirito e materia per l’edificazione dell’essere umano. Immortalare il corpo femminile che cambia le proprie forme e le proprie funzioni, osservare un pieno dove prima c’era un vuoto, sentirsi motore, nutrimento e protezione dell’atavico ciclo riproduttivo, per stupirsi della nuova, fresca luce sul proprio viso e nei propri occhi e poi piangere e ridere senza ragione nell’ansia dell’attesa e vagliare i tanti dilemmi e quesiti che il diventare madre impone. Il lavoro della Valenti è sempre stato carico del desiderio di collegare la realtà della vita terrena con quella presunta del cielo e si focalizza su fatti, cose e persone del microcosmo, che divengono testimonianza armonica di un mondo più grande, il macrocosmo. |
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esposizione parallela dal 4 luglio al 2 agosto
presso il Monastero Chiesa Beata Vergine delle Grazie della città di Villafranca Piemonte . |
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