Se immaginassi per un momento di vestire i panni del futuro, vorrei
essere Wonder Woman
(con un costume meno succinto, e disegnato da un’artista donna) per
concedermi il lusso del tempo
non cronometrato, avendo sbrigato tutte le faccende giornaliere in un
battibaleno, grazie ai miei
super poteri.
Non penserei solo a me, ma anche agli altri: darei vita alle stanze del
futuro che innaffierei di
lavanda e aroma al caffè, porgendo agli ospiti vassoi di chantilly e
limonata. In queste stanze dal
tempo dilatato, ognuno potrà ricaricarsi e focalizzarsi sul suo futuro,
intercettare le energie
positive che girano nel mondo per lenire quel senso lacerante e sempre
più frequente di inquietudine
e incertezza legate al presente. Le stanze sarebbero piene di colori
(veicoli di emozioni e vibrazioni
subliminali, vitalità esclusiva, narrazione), di musica, arte, libri e
belle maniere.
Qui sono banditi: egoismo, cattiverie, gelosie, violenza, nevrosi,
cinismo, non meritocrazia,
chiusura verso l’altro, individualismo, maleducazione, dipendenze... ci
sarà lo spazio per sognare
perché ”Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei
propri sogni”, come disse
Eleonor Roosevelt.
Io ci credo, di solito mi costruisco il futuro a occhi aperti,
immaginando di voler arrivare a
un obiettivo preciso. Non ho idea della strada che percorrerò, ma sono
certa che arriverò proprio
lì, dove avevo pensato.
Nelle stanze del futuro viene insegnato a riappropriarsi del
presente, per essere meno schiavi del
futuro stesso, io vado a fare un giro… voi venite con me?
Erica Vagliengo (web journalist/blogger)
www.ericavagliengo.com
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