Il grande trittico di
Giovanna Ricca rievoca una vicenda che ha segnato la coscienza storica umana per la sua intensità
simbolica e catartica. Su una superficie vibrante di ottimismo positivo, di forze giovani ed esuberanti che sentono viva la vittoria sulle costrizioni, si proiettano vorticosamente icone di un’epoca, immagini della memoria personale all’incrocio con la storia, simboli di un desiderio e di speranze che oltrepassano gli ostacoli contingenti. Giovanna Ricca sembra voler lasciare il suo segno accanto ai graffiti neoespressionisti sulla superficie del muro. Berlino 1989, 9 Novembre. L’abbattimento destinato non ad unire il mondo separato ideologicamente e fisicamente, ma a lasciar defluire le diversità da una parte all’altra, a riunire unità semplici e frammentate dalla cortina di ferro, uomini e famiglie. Così, in un caleidoscopico ricettacolo di segni fluttuanti senza tempo, che si estendono al di là e al di qua del muro senza deferenza per l’autorità reprimente, stretti in un evento unico e simbolicamente universale, Giovanna lancia il suo messaggio positivo, energetico, teso all’eccitamento, in noi, delle stesse forze affinché per ogni prevaricazione innalzata, una forza collettiva accresciuta e cosciente nasca per destabilizzarla. Michele Bramante novembre 2009 |
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Caterina Bruno |
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versione
Inglese testo di Michele Bramante Luigi Stoisa testo di Mauro Comba Luigi Stoisa testo di Maria Vittoria Berti Valter Luca Signorile video di Federico Galetto |
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