(da INSITU versus) 
I LINGUAGGI DEL MEDITERRANEO testo di Marco Filippa
LA PAROLA COME SEGNO_marzo agosto 2007

progetto
artisti
testo Tiziana Conti 
testo Francesca Pregnolato
opere

Anno di riferimento: 
2003 Progetto INSITU - Motto: No hay caminos, hay que caminar.

Con un pensiero nomade, trasversale, anno dopo anno, con il 2007, si avvia la prima ricognizione 
sul campo e lo sfondo sono i paesi del Mediterraneo in una concezione "estesa" del termine. 
No hay caminos, hay que caminar continua ad essere un filo conduttore per chi non crede a strade 
pre-confezionate ma sempre e soltanto alla capacità dell'uomo di divenire tale.
Il mediterraneo come condizione geopolitica e quindi culturale, come metafora per parlare di 
un'Europa federata non già su basi meramente geografiche e tanto meno come somma di Nazioni; 
insomma l'Europa tracciata nel Manifesto di Ventotene (1). 
L'Europa dei popoli e delle culture, dei cittadini e non dei sudditi. 
L'Europa della ricerca della libertà, dell'agorà rediviva. 

Il nome "Europa" viene dalla lingua greca e significa "grandi occhi" ed era una figura della mitologia. 
Secondo quest'ultima, Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, un'antica città Cananea in 
area mediterraneo-mediorientale. Quando Europa era giovane Zeus la notò in una spiaggia, s'innamorò 
e decise di sequestrarla. Così, trasformatosi in un Toro bianco, riuscì ad avvicinarla e a rapirla. 
Attraversando il mare, Zeus portò Europa a Creta; dalla loro unione nascono 3 figli: Minosse, Radamante 
e Sarpedonte. 
Europa, in seguito, sposa il re dei Cretesi, Asterione, il quale adotta i 3 figli. 
Dopo la morte di Asterione, Minosse diventa re di Creta e dà il suo nome alla più antica civiltà greca, 
quella minoica. 
In onore di Minosse e di sua madre, i Greci diedero il nome "Europa" al continente che si trova a 
nord di Creta. 

In senso geologico e geografico l'Europa è una penisola, parte occidentale dell'Eurasia. 
È in ogni modo considerata un continente per ragioni culturali. La storia europea e la sua cultura hanno 
influenzato notevolmente tutto il mondo civilizzato. La posizione centrale dell'Europa, rispetto agli 
altri continenti, e la penetrazione del mare ha sempre favorito le comunicazioni fra le popolazioni 
delle diverse regioni e le migrazioni verso le altre regioni del mondo. 
Il clima mite di buona parte del continente, inoltre, ha fatto sì che divenisse densamente abitata...
Vogliamo che questo sia l'INCIPIT, il basamento su cui avviare questo discorso. 
Nella babele linguistica l'Arte è forse l'unica autentica lingua internazionale ancor prima che 
il Doktoro Esperanto (2) codifichi una lingua artificiale che consentisse ai popoli di dialogare. 
Questo il quadro, la cornice, in cui si muove il discorso multietnico, partendo dagli abbecedari "personali". 
Dalle prime scritture Pittografiche (i cui più antichi reperti risalgono a circa 3000 anni prima della nostra era) 
attraverso quelle Ideografiche fino agli Alfabeti odierni (di probabile origine siriana e palestinese); 
passando per i Salteri medievali, attraverso l'opera degli scribi e amanuensi, fino alla rivoluzione della 
stampa a caratteri mobili (3), l'uomo ha intrecciato le sue vicende con l'ineludibile necessità di comunicare, 
tracciando segni propiziatori di buone e cattive cose.
Nel quadro contemporaneo il viandante dell'arte veicola, a sua immagine e somiglianza, l'esperienza estetica e, 
partendo dai propri alfabeti emozionali, ogni artista è invitato a condurre la sua lectio magistralis attraversando 
un mediterraneo ideale che spazia dalla Francia di Sabine Delafon fino allo Stato d'Israele di Ronit Dovrat, 
passando per la Croazia di Natasa Korosec, transitando nell'Italia di Claudio Rotta Loria, Luigi Stoisa, 
Carla Crosio, Valter Luca Signorile e Laura Ambrosi... passando per la Spagna di Mario Pasqualotto, 
inseguendo il verbo Cipriota di Klitsa Antoniou e guardando al Marocco di Abderrahim El Hadiri con 
un'escursione nella Cina di Chen Li  sconfinando nella Romania dei fratelli Rata, 
Emanuel Mihai e Radu Constantin.
Con questi presupposti e con uno spirito di ambiziosa ricerca, circumnavighiamo idealmente la terra e, 
come moderni Jules Verne, avviamo il nostro tour du monde en quatre-vingt jours ma il nostro viaggio 
non parte  da una scommessa in denaro ma dal credere che soltanto la conoscenza e la libertà di parola 
possono aprirci a nuovi mondi.
1 Il Manifesto di Ventotene, agosto 1941-Per un'Europa libera e unita- 
Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni
2 Pseudonimocon cui L.L.Zamenhof firmò, a partire dal 1887, i primi rudimenti per una lingua 
internazionale, l'Esperanto

3 Johann Gutemberg, 1450

traduzioni : Croato, Inglese, Spagnolo, Ebraico, Arabo

Patrocini

Ministero per i Beni a Attività Culturali
Regione Piemonte Assessorato alla Cultura nell'ambito degli eventi Piemonte Mediterraneo 2007/2008
Provincia di Torino Assessorato alla Cultura
Città di Pinerolo Assessorato alla Cultura
Ambasciata della Repubblica di Cipro
Ambasciata della Repubblica di Croazia
Ambasciata di Romania in Italia
con i Contributi di Fondazione CRT di Torino e Compagnia di San Paolo
enpleinair
NEWS
ed 2008 CMYK